Chi conosce e vive gli ambienti militari e di polizia sa che dopo la morte di Mario Rega Cerciello serpeggia un sentimento di rabbia tra i "fratelli di giubba" del carabiniere ucciso. Irritazione alimentata anche (e soprattutto) per quella foto del giovane americano bendato e ammenettato in caserma.
Fateci caso. Da ieri la notizia principale sembra essere questa, non l'omicidio a coltellate del povero militare. Inchieste interne, avvocati degli arrestati pronti a dare battaglia, giornali Usa scatenati. "È una violazione dei diritti umani e delle leggi che tutelano le persone detenute", dice il presidente della regione Toscana Enrico Rossi. Pure il premier Conte si è dovuto sbilanciare su un "trattamento" che "non risponde ai nostri principi e valori giuridici, anzi configura gli estremi di un reato". E addirittura il direttivo della Camera penale di Palermo ha denunciato "la pubblica gogna" che secondo loro non può non "destare sgomento e preoccupazione".
Questo mettere sullo stesso piano i (presunti) assassini e le (sicure) vittime ha mandato su tutte le furie le forze dell'ordine. E mentre online spopola la campagna per esporre un Tricolore fuori dalle finistre in segno di solidarietà, ne sta nascendo un'altra contro il "doppiopesismo" su quella benda tanto discussa.
A lanciarla è Franco Maccari, vice presidente dell'FSP, Federazione sindacale di polizia. Oggi si è bendato anche lui gli occhi, come Finnegan Lee Elder, ma con un fazzoletto macchiato di rosso. Il rosso del sangue di Mario. Il motivo? La questione della benda ormai "ha sorpassato" nel dibattito pubblico quella sulla morte del vicebrigadiere, dimenticando i "18 centimetri di lama di coltello" affondati 11 volte nel corpo del carabiniere inerme.
Maccari se la prende con tutti. Da chi erige cippi per Carlo Giuliani fino agli "pseudo giornalisti che aizzano lettori ed ascoltatori per una innocua benda". Attacca quei "politicanti" che "usano strumentalmente e vigliaccamente le morti di servitori dello Stato scambiati per servi" ma sono "incapaci di dare strumenti di difesa" a chi lavora sulla strada. Politici che non riescono a "fornire uno stracazzo di taser, una macchina efficente, una minchia di giubbetto di tutela, un briciolo di dignità e salvaguardia con minime assicurazioni sulla vita e sugli infortuni". Non mancano poi le invettive contro i magistrati che "sminuiscono l'attività" delle forze dell'ordine e contro gli insegnanti "con retaggi post sessantottini" che invece di formare i giovani in aula "sanno solo urlare nelle piazze insulti e minacce o trasformarsi in leoni da tastiera". Il riferimento è tanto alla famosa maestra di Torino quanto alla prof finita nella bufera per il suo post contro Mario Rega Cerciello.
Non manca una critica anche ai vertici dell'Arma che hanno deciso di trasferire subito il militare che ha bendato Elder. "Scaricano subito i propri servitori prima di accertare eventuali responsabilità - attacca Maccari - pongono in essere punizioni, provvedimenti disciplinari e trasferimenti dimostrando solo vigliaccheria".
Lo sfogo è duro, inutile negarlo. E trova le fondamenta in anni di richieste non esaudite, di feriti tra le forze dell'ordine, di morti forse evitabili. "Allora mi viene da dire - si chiede Maccari -: non sarà meglio girarsi dall'altra parte?".
Domanda che ha già una risposta: "La verità è che non ci riusciamo, abbiamo un 'motore interno', bello e maledetto, che porta tanti Mario a sacrificarsi per gli italiani". Un unico dubbio: "Ma ne vale ancora la pena?".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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