Il colosso del turismo Airbnb dovrà versare 70mila euro nelle casse del Comune di Roma. Il motivo risale al 2 dicembre 2021, quando l'assessore al Turismo Alessandro Onorato si è accorto di alcune anomalie sugli importi versati per le tasse di soggiorno (circa 5,9 milioni di euro in due anni). Tali somme non erano mai state giustificate. Secondo la Convenzione siglata nel 2020 con il Comune, infatti, la società avrebbe dovuto non solo versare la tassa di soggiorno, ma anche dichiarare con esattezza a quali strutture ricettive facevano riferimento."Cosa mai fatta", dichiara Onorato, che continua: "Stiamo ragionando, in accordo anche con la Regione Lazio, sulla possibilità di bloccare nuove autorizzazioni in centro di strutture extra alberghiere. Hanno raggiunto numeri non più gestibili, oggi solo su Airbnb ce ne sono 22mila solo in centro a Roma. Il turismo a Roma non deve essere più casuale".
Notando che l'accordo stipulato era stato disatteso, l'assessore aveva chiesto spiegazioni direttamente ad Airbnb, senza mai ottenere risposta. Si è dunque attivato per presentare un esposto alla Corte dei Conti, in seguito al quale ha potuto incontrare il country manager del colosso. Inoltre, dopo aver denunciato l'accaduto agli uffici Turismo e Risorse economiche, questi avevano inviato una lettera che invitava Airbnb a comunicare entro 20 giorni la denominazione delle strutture interessate e il numero di presenze e pernottamenti riferiti a ciascuna struttura, da aprile 2018, riferisce Repubblica. Un altro fatto che aveva fatto arricciare il naso era relativo ai 3,50 euro di tassa di soggiorno applicata arbitrariamente al netto della tipologia di struttura.
Aibnb nel frattempo si è mossa, dopo l'esposto alla Corte dei Conti, per restituire 70mila euro riconoscendo di aver sbagliato.
"Può sembrare una cifra piccola ma ci manifesta che il nostro dubbio era legittimo" afferma l'assessore Onorato, che aggiunge: "La volontà di collaborare rimane purché le regole vengano rispettate".
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