Cinghiali a Roma, la Gerini affonda la Raggi

L'attrice: animali vicino a scuola. Gli artisti abbandonano la sindaca

Cinghiali a Roma, la Gerini affonda la Raggi

Il vento sta cambiando. Lo diceva Virginia Raggi a giugno del 2016 in un video diventato un meme virale sul web, sta succedendo di nuovo, a parti invertite. Adesso è la Raggi a muoversi contro la corrente, in una campagna elettorale difficilissima, dove la sindaca uscente è sempre più sola. Tra la svogliatezza di un Giuseppe Conte che non vede l'ora di mettersi d'accordo con il Pd al ballottaggio e un clima generale che più diverso non si può rispetto a cinque anni fa.

Così, se la scorsa volta la grillina rampante poteva contare sul sostegno di una pattuglia abbastanza nutrita di attori e cantanti romani, ora dalle parti del jet set della Capitale, tradizionalmente de sinistra, al massimo si registra un silenzio imbarazzato. Anche se non è questo il caso di Claudia Gerini, una delle attrici simbolo della romanità. La Gerini ha lanciato, via Instagram, un bel siluro alla sindaca del M5s. Due, quattro, cinque, sei e più cinghiali si aggirano in un parco di Roma Nord. L'attrice è lì per fare due passi con il cane, riprende tutto con lo smartphone e condivide una «storia» Instagram con i suoi 618mila followers. «Cinghiali all'entrata di una scuola ma il Comune non fa niente», precisa, sottolineando come vicino agli ungulati ci siano degli scolari in grembiule e zainetto. Una delle tante scene poco edificanti viste e riviste in questi anni a Roma. «Meglio scappare per prevenire incidenti - continua lo sfogo sui social - ce ne andiamo, non si può. Qua ci sono i bambini che entrano a scuola, lì i cinghiali. Chiamano il Comune ma non fa nulla».

Una denuncia dal tempismo perfetto, a un giorno dalla partenza della campagna elettorale della Raggi, con tanto di passerella di Conte nel quartiere difficile di San Basilio. Quando ricontrolliamo su Instagram la storia non c'è più, la Gerini si trova in un altro parco, stavolta senza fiere nei paraggi. Ma ormai la pentastellata è colpita e affondata. Il primo personaggio di spettacolo che gode di una certa influenza è entrato, volente o nolente, in campagna elettorale. C'è da dire comunque che la Gerini non è mai stata una fan del M5s, a differenza di altri colleghi che hanno appoggiato pubblicamente la Raggi nel 2016, con l'effetto di tirarle la volata mediatica.

A dimostrazione di come il vento sia cambiato, molti di loro tacciono. L'attore Claudio Santamaria, sul palco del comizio finale cinque anni fa, ha fatto sapere di essere «stato strumentalizzato» e si è trasferito a Milano. Con lui alla chiusura della campagna elettorale nel 2016 c'erano il collega Claudio Gioè (fino a questo momento non pervenuto) e Dario Fo, che sarebbe scomparso quattro mesi dopo. La Raggi all'epoca poteva vantare anche la simpatia della cantante Fiorella Mannoia, un altro volto da sempre vicino alla sinistra. Mannoia è silenziosa, ma in occasione delle europee del 2019 ha regalato una sua canzone al Pd, perché il primo amore non si scorda mai. Antonello Venditti è un altro emblema della romanità post-comunista. Inequivocabile il suo invito a sostenere Raggi alle passate elezioni. Il 3 e 4 ottobre non è dato sapere per chi voterà.

A pesare stavolta c'è il fatto che Roberto Gualtieri, candidato del centrosinistra, viene da una storia di sinistra «tradizionale». A differenza del renziano Roberto Giachetti, sfidante della Raggi allo scorso turno. L'aria è cambiata.

Ondivago solo l'atteggiamento di Sabrina Ferilli, icona pop della Roma prima falce e martello e poi diessina. Nel 2016 ha scelto il M5s. Due anni fa ha votato alle primarie del Pd per disinnescare il renzismo. L'anno scorso in Tv ha detto: «Non ho motivi per non rivotare la Raggi». Ma adesso potrebbe non bastare.

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