Nei guai sono finiti alcuni vigili urbani e un funzionario dell’ufficio tecnico del VII municipio di Roma. Per corromperli venivano usati non solo soldi, ma anche gelati, buoni carburante e prosciutti. Di tutto un po’. Come riportato da Il Messaggero, il gip ha disposto 3 fermi e 4 sospensioni dal servizio a carico di vigili del gruppo Tuscolano e di un funzionario del VII Municipio, per quella che è stata definita “una sistematica attività di corruzione”. Secondo quanto emerso dalle indagini delle fiamme gialle e del pubblico ministero Carlo Villani, per falsificare o anche omettere un controllo venivano sborsati circa trecento euro, mentre per avere licenze in tempi brevi duecento euro, e per accedere al sistema informatico del Comune bastavano cento euro. Inoltre, per somme che variavano dai 200 ai mille euro, venivano facilitate le pratiche dei clienti dello Studio tecnico Mari.
Il compito dei pubblici ufficiali
I pubblici ufficiali avrebbero infatti rivelato in anticipo le ispezioni che erano in programma in locali e ristoranti e, durante i controlli, sarebbero anche passati sopra a irregolarità anche evidenti, come per esempio insegne abusive o arredi non a norma. Tra i clienti che sarebbero stati aiutati, ci sarebbero anche due componenti della famiglia Casamonica, l'Hotel Palacavicchi, un fruttivendolo, un B&B e un carrozziere. Agli arresti domiciliari sono finiti un fratello e una sorella geometri e titolari dello studio, Bruno e Cinzia Mari. Ai domiciliari anche l’agente municipale Ciro Della Porta. Mentre sono stati sospesi dal servizio per tre mesi altri due vigili, Simonetta Pompei e Claudio Fleres, e il funzionario dell'Ufficio edilizio del VII municipio, Roberto Mancinelli.
L’accusa per i fratelli Mari, e per il padre Domenico e il cugino Ferruccio, è di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione. Invece, per tutti gli altri indagati, dodici in totale, di cui cinque sono vigili, le accuse vanno dal falso alla corruzione, fino all'accesso abusivo al sistema informatico. Il giudice per le indagini preliminari Corrado Cappiello ha scritto nell'ordinanza che si tratta di “un vero e proprio sodalizio criminale”. Tutto sarebbe nato dal fallimento di due società del Gruppo Cavicchi. Agli atti, oltre a intercettazioni telefoniche e ambientali, ci sono anche video filmati da telecamere installate all'interno degli uffici, nei quali si vede il passaggio di denaro. In una conversazione si sente uno degli indagati asserire che sono andati i vigili in ufficio per prendere i soldi e anche che a fronte di una spesa di 2mila euro ha incassato 100 euro.
Le mazzette usate per fare shopping
Uno dei tecnici afferma in un’altra conversazione: “I vigili li abbiamo tappati”. Nel momento in cui chiede la parcella al cliente spiega che sarebbero mille euro in più perché ci sono compresi anche i soldi dati al vigile. Simonetta Pompei ha raccontato di aver speso i 100 euro presi durante un controllo per fare shopping: “Me so spesa subito i 100 euro un reggiseno e due mutande da costume: 70 euro. Poi me serviva un paio de scarpe nere e c'erano pure gli sconti quindi un paio de scarpe e una ciabattina ho pagato 47 euro ci ho rimesso 17 euro, vabbè, magari tutti i mesi!”. Due vigili avrebbero anche utilizzato l’auto di servizio per andare a ritirare le mazzette, da cui nasce la contestazione di peculato. A Natale ecco arrivare come regalo dei buoni carburante e dal titolare di un ristorante cinese un intero prosciutto.
“Loro c'hanno paura della demolizione, io j' ho detto mercoledì a Laura... io vengo, me dai mille cash, che dobbiamo da na parte eee, poi famo metà per uno io e Simone, dopo di questo loro vogliono chiudere i condoni”, si sente dire in una intercettazione, dove Laura è la sorella di Angelo Casamonica. A parlare era invece Cinzia Mari che è stata intercettata il 13 giugno 2020 quando dice al fratello Bruno di aver preso accordi con un esponente del clan per chiudere alcune istanze di condono per degli immobili della famiglia. Il gip Corrado Cappiello ha firmato una ordinanza di misura cautelare in cui si deduce"un vero e proprio sodalizio criminale di stampo familiare dedito alla commissione di una pluralità di reati di falso e corruzione, composto dai soci e dagli amministratori dello studio Tecnico Mari srl” anche a favore di molti esponenti del clan Casamonica.
Gli immobili del clan Casamonica
Questi, attraverso i fratelli Mari, sarebbero riusciti ad avere favori con l’obiettivo di mettere a posto delle situazioni senza via d’uscita. In quel periodo tra l’altro l’ufficio condono era chiuso e per accedervi si doveva pagare in un modo o nell’altro. Laura Casamonica l’8 giugno del 2020 aveva contattato la Mari affinché predisponesse una relazione riguardo i problemi inerenti agli immobili che potevano essere messi in relazione alla famiglia. La Mari aveva quindi spiegato alla Casamonica che avrebbe preso i condoni e guardato quali poter chiudere dietro mille euro di compenso. Anche perché avrebbe dovuto pagare anche un’altra persona per poter accedere.
Anche Angelo Casamonica, in un’altra occasione, ricevette favori dai fratelli Mari, sempre riguardanti alcuni immobili. In alcune conversazioni si sente la Mari prendere accordi con il funzionario dell’Ufficio edilizio del VII Municipio, Roberto Mancinelli,per affrontare il tema della pratica di Angelo Casamonica.Segui già la pagina di Roma de ilGiornale.it?
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