Cassonetti che strabordano, topi che sfrecciano sui marciapiedi e cinghiali che rovistano tra la spazzatura. Sono scene d’ordinaria amministrazione nella Capitale dell’emergenza rifiuti cronica. Un’emergenza che si è aggravata ulteriormente con l’incendio che a metà dicembre ha messo fuori uso il Tmb di via Salaria. E ora, tra strade inondate di immondizia, e presidi che hanno minacciato la chiusura delle scuole per “rischi sanitari”, il Campidoglio corre ai ripari e non sembra voler scartare nessuna ipotesi, compresa quella della riapertura di una discarica nel territorio di Roma.
La mappa delle "aree bianche"
Quella che appare come una giravolta dei pasdaràn grillini della raccolta differenziata e del no agli inceneritori è contenuta in una mappa redatta dai tecnici della Città Metropolitana di Roma e messa sul tavolo della cabina di regia sui rifiuti istituita dal ministro dell’Ambiente, Sergio Costa. Sarebbero sette, secondo il piano, le cosiddette “aree bianche” candidate ad ospitare un’eventuale nuova Malagrotta. Tra le zone interessate c’è quella compresa tra l’XI e il comune di Fiumicino, tra il quartiere Laurentino e Ostia, e, a nord, un sito al confine tra il XIII e il XIV municipio. La mappa individua poi un’area attorno a Cerveteri, e uno spazio lungo la via Tiburtina, nei pressi di Guidonia.
Città Metropolitana precisa: "Mappa non è indicazione politica"
Non si tratta di una indicazione politica però, ma soltanto di un “mero atto amministrativo”, mette le mani avanti l’ente governato da Virginia Raggi. "La mappa trasmessa lo scorso 22 dicembre alla Regione Lazio riporta le aree indicate dai Comuni dell'area metropolitana come idonee alla realizzazione di impianti la cui definizione spetta esclusivamente alla Regione Lazio”, ha precisato Città Metropolitana in una nota. Sarà via della Pisana, dunque, ad avere l’ultima parola sulle “tipologie di impianti di smaltimento da realizzare e sulla loro ubicazione", in base al nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti. Nessun cambio di strategia, quindi, mette in chiaro anche il ministero dell’Ambiente che in un comunicato parla di “ricostruzioni assolutamente fantasiose”. “La Città Metropolitana non ha individuato alcuna area per la realizzazione di discariche per i rifiuti nel territorio della Capitale o dell'area metropolitana ma si è limitata a confermare la planimetria già inviata nel marzo 2018, indicando le aree vincolate e quindi non idonee”, precisa il dicastero guidato da Costa.
Le proteste dei sindaci
Ma già fioccano le proteste, come quella del sindaco di Cerveteri, Alessio Pascucci, che definisce una “follia” la creazione di un impianto di raccolta dei rifiuti “in un sito iscritto nella lista patrimonio mondiale dell'Unesco”. Sul piede di guerra anche il primo cittadino di Ladispoli, Alessandro Grando, che dice no all’ipotesi dell’apertura di una discarica sul proprio territorio. "Il sindaco Virginia Raggi può anche rinchiudere nei cassetti del Campidoglio la mappa delle aree dei siti dove aprire una discarica”, ha attaccato Grando, che si è detto pronto a scendere in piazza contro “una decisione scellerata che porrebbe a rischio la salute pubblica e l'ecosistema del litorale”. Un secco no è arrivato anche dal sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, per il quale “la zona di Pizzo del Prete non è area bianca, come erroneamente indicato dalla Città Metropolitana, e quindi in teoria idonea alla realizzazione di impianti di trattamento dei rifiuti”.
Lo scontro tra Campidoglio e Regione
La palla, quindi, passa ora alla Regione Lazio, che però resta in stand by, in attesa dell’approvazione, da parte del Campidoglio, del nuovo piano industriale di Ama, per poter decidere sulla eventuale realizzazione di nuovi impianti.
Il rischio è che nel frattempo, con il Tmb Salario inutilizzabile e la discarica di Colleferro che, secondo le stime del Corriere della Sera, potrebbe arrivare al limite nel giro di pochi mesi, il sistema collassi e la Capitale ripiombi nel caos.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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