Quello scheletro di cemento armato ed Eternit, che tutti conoscono con il nome di ex fabbrica della Penicillina, torna a far parlare di sé. Questa mattina, infatti, la Polizia Locale è intervenuta per sgomberare i locali al pianoterra dove, nelle ultime settimane, alcuni degli ex occupanti avevano fatto ritorno nonostante la grossa catena ed i lucchetti con cui la proprietà aveva sigillato l’ingresso (guarda il video).
Durante il sopralluogo degli uomini del gruppo Sicurezza pubblica emergenziale (Spe) e del Gruppo sicurezza sociale urbana (Gssu) della Polizia Locale sono state fermate due persone, un ragazzo originario del Gambia ed un giovane del Niger, entrambi condotti nell’ufficio immigrazione della Questura di via Patini per essere identificati. A diffondere la notizia, nel tardo pomeriggio di ieri, era stata l’agenzia Dire che con un video aveva documentato il ritorno dei migranti, dei panni stesi e delle baracche. Non un esodo di massa, c’è da dire, ma un rientro alla spicciolata che ha visto protagoniste alcune decine di persone. Tra loro c’è anche Chantal, un’italiana, rimasta nei pressi dell’edificio per recuperare le sue cose. È lei a mostrarci come è facile entrare nell’ex fabbrica sebbene il cancello sia sbarrato: basta scivolare attraverso un’intercapedine del muro di cinta ed è fatta.
Ed è proprio attorno alla mancata messa in sicurezza dell’area che infuria la polemica. Dopo alcune settimane di piantonamento, infatti, le forze dell’ordine si erano defilate perché, come ha spiegato il prefetto di Roma, Paola Basilone, “lo stabile era stato formalmente riconsegnato alla proprietà”. Sarebbe quindi spettato a quest’ultima il compito di mettere in sicurezza l’ex complesso farmacologico entro il termine previsto dall’ordinanza sindacale dello scorso novembre. E infatti La Polizia Locale-Gruppo Tiburtino di Roma Capitale ha già provveduto a denunciare l’ente privato proprietario dell’ex fabbrica per inottemperanza del provvedimento capitolino.
Eppure il tweet con cui Virginia Raggi aveva definito “inaccettabile” la nuova occupazione conteneva anche un’accusa all’inquilino del Viminale. “Sono stati spesi soldi pubblici, impegnati uomini e risorse. E ora c’è il rischio di dover ricominciare da capo”, scriveva ieri sera la prima cittadina, esortando la proprietà o il ministro dell’Interno “a rendere inaccessibili questi luoghi, altrimenti ogni tentativo si conclude in un nulla di fatto”. A respingere le accuse al mittente, ricordando che “c’è un privato che deve pagare” e che “non possiamo mandare poliziotti o carabinieri giorno e notte”, è stato il diretto interessato nel corso di un sopralluogo mattutino davanti all’ex stabilimento farmaceutico. “La situazione - ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Salvini - è assolutamente sotto controllo”. “Io - ha aggiunto ponendo il focus sulle lacune dell'accoglienza capitolina - garantisco l’ordine pubblico e la sicurezza, ma la gestione e l’assegnazione delle case popolari sono di competenza dei Comuni e delle Regioni, quindi si mettano d’accordo fra la Raggi e Zingaretti”.
E prima di andarse ha rivolto un invito alla Raggi: quello di “fare il sindaco bene”. Anche dall’estrema sinistra, Federico Giglio, delegato sindacale di Asia Usb, pone l’accento sulla mancanza di soluzioni alloggiative: “Il problema – dice – è strutturale, se non si mette mano all’emergenza abitativa, ci troveremo sempre al punto di partenza, cosa pensa che le persone spariscano?”. E l’idea è quella della “requisizione, bonifica e riconversione di quest’area ad uso sociale e abitativo”.
A chiedere “l’abbattimento dell’edificio” e una “bonifica dell’area” ci sono anche il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Regione Lazio, Fabrizio Ghera, e il capogruppo dello stesso partito nel IV Municipio, Gianni Ottaviano, che hanno definito “un’operazione spot” lo sgombero dello scorso dicembre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.