Roma può, deve e vuole rinascere. Brucia ancora sulla pelle della città la rinuncia dei Cinque Stelle ai Giochi 2024. Qualcuno la bollò come un’offesa allo sport italiano, un errore politico, ma fu soprattutto una sconfitta per la città che ora ritorna a pensare in grande. Con lei anche i romani che guardano speranzosi al 2030. L’appuntamento è quello con l’Esposizione universale, o semplicemente Expo, uno degli eventi internazionali di maggior caratura.
Cosa significhi ospitarlo ce lo insegna l’esperienza milanese che nel 2015 ha generato, per la Lombardia e per il Paese tutto, un indotto complessivo che supera i 31 miliardi. È per questo che ad appoggiare la candidatura romana sono sette italiani su dieci. Lo certifica il sondaggio Ipsos presentato oggi in occasione degli Stati generali, appuntamento clou in vista della definizione della presentazione del dossier di candidatura. L’evento, suddiviso in sei tavoli tematici, dislocati in varie zone della città, per abbracciare simbolicamente tutti i territori, ha visto la partecipazione di esponenti di governo, amministratori locali, accademici, rappresentanti del mondo produttivo e dell’informazione.
Tra gli animatori del tavolo allestito presso la sala della Protomoteca, in Campidoglio, Benedetto Della Vedova, sottosegretario di Stato al Ministero agli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, che ha posto l’accento sulla coralità della sfida: "Crediamo che la candidatura di Roma a Expo 2030 sia una questione che riguarda l’Italia e tutto il sistema Paese". A dare qualche anticipazione sulla proposta a cui sta lavorando il Comitato promotore è stato invece il sindaco Roberto Gualtieri. Sarà l’Expo "della sostenibilità, del verde e della natura", ha spiegato il primo cittadino, annunciando l’idea di realizzare "una grande centrale green che alimenterà integralmente l’area di Tor Vergata" e "un corridoio di mobilità verde che attraverserà i Fori, l’Appia antica, gli Acquedotti".
Il dossier è ancora in fase di stesura e verrà presentato ufficialmente il 2 settembre. Grande soddisfazione per il presidente del Comitato promotore, Giampiero Massolo, che ha parlato di "punto di svolta", ricordando l’importanza della sinergia pubblico-privato e del coinvolgimento del territorio. Non sono mancati i richiami alle ricadute positive che potrebbero derivare dalla eventuale aggiudicazione. "Avrebbe un impatto notevole, in termini economici e di relazioni internazionali, sia per Roma che per l’Italia", secondo Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di Commercio di Roma.
Della candidatura di Roma a Expo 2030 se ne parla già. Tornando ai dati Ipsos, la maggior parte degli intervistati, tutti residenti in Italia, ne è a conoscenza e ritiene che competere per l’assegnazione rappresenti una grande opportunità. Restringendo il campo ai romani, l’aggiudicazione viene considerata una chance di ripresa economica, di attrazione di investimenti e riqualificazione urbana.
L’occasione giusta per valorizzare giovani talenti, ripensare ed efficientare gli spazi pubblici in chiave sostenibile e tecnologica, restituendo al mondo l’immagine di una città moderna, innovativa, in movimento.
Non più adagiata su sé stessa e tristemente trascurata come spesso racconta la stampa internazionale. È la speranza dei romani, quella di smettere di galleggiare, ritrovando la capacità di reinventarsi e cambiar pelle. È il segreto dell’immortalità.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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