Lo hanno fermato su via dell’Idroscalo di Ostia mentre era in bici dieci minuti prima dell’orario in cui era autorizzato ad allontanarsi. Lui si è giustificato dicendo che stava andando dal medico, ma per Emanuele Macchi Di Cellere, origini nobili, un passato nell’estremismo nero e una condanna a dieci anni per spaccio internazionale, l’accusa ora è quella di evasione.
Dal 2018 era stato trasferito ai domiciliari nella sua casa del litorale romano per le sue condizioni di salute precarie. La sclerosi multipla e un tumore al cervello hanno convinto i giudici a scarcerarlo dopo che nel 2012 era finito dietro le sbarre per aver importato 165 chili di cocaina dal Sud America.
Il suo nome compare anche nell’inchiesta sull’omicidio di Silvio Fanella, ucciso nel 2014 in zona Camilluccia. Macchi figurava tra i mandanti del sequestro finito male del presunto cassiere dell’imprenditore Gennaro Mokbel, ma è stato assolto nel 2017. Ora l’ex Nar, come ha raccontato la moglie al quotidiano il Tempo, pesa 42 chili e da qualche anno è costretto dalla malattia su una sedia a rotelle.
È stato lui a spiegare al giudice di avere ottenuto un permesso per una visita medica e di essere partito “soltanto dieci minuti prima”.
Macchi però non è nuovo alle fughe: nel 2014 era stato fermato nel sud della Francia mentre era a bordo della sua barca di dieci metri, nonostante i domiciliari.Dopo la direttissima il giudice ha convalidato l’arresto, ma, secondo il Messaggero, il 63enne è stato lasciato a piede libero in attesa del processo, proprio per via delle sue condizioni di salute.
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