Aveva accolto in casa propria una donna marocchina di 36 anni, cedendole una stanza del proprio appartamento, ma la sua ospitalità è stata ricambiata con una violenza indicibile.
Questa la storia di un 85enne romano, residente nella zona di Monte Sacro, in via d'Ala.
Lo scorso 20 giugno l'anziano fu trovato a terra, con mani e piedi legati, dagli agenti della questura accorsi sul posto dopo la segnalazione da parte di alcuni vicini di casa, che lo avevano sentito lamentarsi. Coperto di ferite ed ecchimosi, ed in stato di semi incoscienza, era stato letteralmente pestato a sangue.
Trasportato al pronto soccorso dell'ospedale Sandro Pertini, l'uomo fu salvato per miracolo. Oltre alle lesioni riportate in seguito alla furiosa aggressione, anche un preoccupante stato di disidratazione che avrebbe col tempo potuto causare la sua morte.
Ascoltato dagli inquirenti, riuscì a raccontare l'incubo che aveva subìto. La sera precedente il suo ritrovamento, la 36enne che viveva con lui da circa 3 mesi lo aveva aggredito in seguito ad una lite. In preda all'ira, la marocchina era riuscita a gettarlo a terra e ad immobilizzarlo, infierendo su di lui con una scarica di colpi indirizzati al busto e alla testa. Non solo. In quei terribili momenti, la nordafricana si servì anche di un bastone per continuare ad accanirsi sulla vittima oramai indifesa.
Al termine della violenza, la 36enne legò l'anziano utilizzando del nastro adesivo, per poi abbandonare di corsa l'abitazione dopo essersi impossessata di 380 euro.
Se gli agenti non fossero intervenuti tempestivamente, l'uomo, trovato con le vesti impregnate del suo stesso sangue, avrebbe perso la vita.
Immediato l'avvio delle indagini. Temendo che la marocchina riuscisse a lasciare l'Italia, gli inquirenti si occuparono tempestivamente di diramare l'allarme, coinvolgendo anche altri paesi. La complessa attività investigativa, coordinata dal procuratore aggiunto Lucia Lotti, ha infine portato all'arresto, avvenuto in questi ultimi giorni.
La 36enne C.K. sapeva di essere ricercata, ed ha preso tutte le precauzioni possibili per evitare di essere rintracciata, come ad esempio acquistare un nuovo cellulare e nascondersi in un quartiere molto popoloso. Alla fine, tuttavia, gli investigatori sono riusciti a scovare il suo rifugio: un appartamento a Cinecittà, in via Flavio Stilicone. Una cattura resa possibile grazie ad una vasta operazione di perlustrazione che ha riguardato diversi palazzi della zona.
La magrebina, che aveva tolto la batteria dal cellulare, è corsa inutilmente a nascondersi in cucina, quando gli agenti hanno fatto irruzione.
Arrestata con l'accusa di tentato omicidio e rapina, la straniera è finita dietro le sbarre in attesa di giudizio. Dalle pratiche di identificazione è emerso che si tratta di una clandestina.
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