Il "nido fantasma" di Colle del Sole: "La Raggi si è dimenticata dei nostri figli"

Staccionate divelte, erba alta e locali interni invasi da escrementi di topo. Si presenta così, a distanza di quattro anni dalla fine dei lavori, l'asilo nido mai aperto di Colle del Sole

Il "nido fantasma" di Colle del Sole: "La Raggi si è dimenticata dei nostri figli"

L'asilo nido è lì. Finito e rifinito. L'ultima mano di vernice è stata passata nel 2015, anno in cui la struttura è stata completata. Con la chiusura del cantiere è iniziata l'attesa. Sarà questione di settimane, o forse mesi, speravano le famiglie di Colle del Sole. Invece sono passati anni, quattro per l'esattezza, nel corso dei quali non c'è stato nessun taglio del nastro, nessuna inaugurazione. I cancelli del nido di via San Marcello Pistoiese, alla periferia est della Capitale, sono rimasti sbarrati. E sui lucchetti che li sigillano si è depositato uno strato di ruggine.

"Sono anni che aspetto di mandare i miei nipoti in questa scuola", denuncia la signora Lucia che, nel frattempo, è diventata nonna per ben tre volte. "Ci siamo arrangiati portandoli in un nido che dista mezz'ora di macchina da qui", aggiunge amareggiata. "Chi non si può permettere di rivolgersi al privato - ci spiega Francesco Palermo, presidente del Comitato civico Colle del Sole - è costretto a contendersi i pochi posti a disposizione nelle strutture pubbliche". In tutto il territorio del Municipio XI, uno dei più popolosi di Roma, ci sono solo quindici nidi comunali. "Per lo più - denuncia Palermo - si tratta di strutture vecchie e fatiscenti, dove ci sono mille criticità". Non a caso, lo scorso giugno, sette di queste sono state interessate da lavori di messa in sicurezza improrogabili, con il conseguente slittamento della riapertura di un mese. E così per 450 bambini l'anno scolastico è iniziato ad ottobre. "Un disagio non indifferente per centinaia di famiglie, che si sarebbe potuto tamponare se questa struttura fosse stata fruibile", ricorda Palermo.

La beffa è sotto gli occhi di tutti. "Ci sono asili che cascano a pezzi - spiega Giulia, mamma di una bimba di due anni - e questo che è nuovo non è agibile. Cosa aspettano a inaugurarlo? Se non si danno una mossa finirà per deteriorarsi". Si perché con il passare del tempo, l'edificio, sta lentamente andando in rovina. Il giardino è ridotto in giungla. La vegetazione selvaggia si è insinuata nella pavimentazione esterna alterandola in modo irrimediabile. Gettando uno sguardo al di là delle ampie vetrate si intravedono i locali: invasi da escrementi di topo e chiazze d'acqua. E non solo. "Nel corso degli anni - ci racconta Gabriele Bernardini, segretario dei Giovani Democratici del Municipio XI - si sono registrate diverse incursioni". I segni delle scorribande sono evidenti. Chi si è introdotto nel giardino si è "divertito" a vandalizzare alcune staccionate in legno che giacciono a terra divelte. E il timore, se non si corre ai ripari, è che il nido possa venire addirittura occupato.

Una situazione assurda, che può accadere solo in una città come Roma, eterno ostaggio della burocrazia. "Nel 2017 l'ingegnere incaricato del collaudo è deceduto - ripercorre Bernardini - ed il Campidoglio ci ha messo due anni prima di indicarne uno nuovo". "Questa struttura è costata circa un milione di euro di soldi pubblici - attacca - e per colpa di un impasse burocratico sta andando in malora".

"Manca solo una firma su un foglio da parte di un tecnico del Comune di Roma", sintetizza indignato Daniele Catalano, coordinatore romano della Lega Giovani. "In questo territorio c'è penuria di asili nido - conclude Catalano, auspicando che l'iter procedurale venga finalmente sbloccato - e le famiglie sono stanche di aspettare".

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