La Regione Lazio lavora per rendere di nuovo operativo il Covid-Hospital, il quinto degli ospedali romani dedicato all’emergenza coronavirus, quello allestito all’interno del presidio "George Eastman" del Policlinico Umberto I. Sabato sera le fognature dei bagni del secondo piano si sono otturate e il pavimento è stato ricoperto dalle acque nere. Così, pochi giorni dopo essere arrivati i pazienti risultati positivi al tampone naso-faringeo sono stati trasferiti. In 16 sono stati trasportati nel vicino reparto di malattie infettive del Policlinico, in 7 sono stati assegnati ad altri Covid-Hospital, mentre 3 pazienti che evidentemente presentavano una sintomatologia più lieve, sono stati posti in isolamento domiciliare.
Un problema alla rete fognaria "ha determinato il trasferimento dei pazienti del secondo piano alla clinica chirurgica che verrà destinata interamente al Covid-19", ha ammesso ieri sera l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato. "Il terzo piano – aveva aggiunto - è perfettamente funzionante ed entro giovedì il problema verrà risolto". Ma come mostrano le immagini pubblicate dal quotidiano Il Tempo anche i bagni del terzo piano ieri mattina si sono allagati. Il personale sanitario ha dovuto cercare di asciugarer le perdite con lenzuola e asciugamani, costretti a fare buon viso a cattivo gioco, visto che i pazienti del terzo piano non possono essere trasferiti. Al Policlinico, infatti, secondo quanto riferisce lo stesso quotidiano i posti letto nel reparto di malattie infettive sarebbero al completo.
"Nonostante le lavoratrici e i lavoratori con senso di responsabilità e abnegazione, affrontino quotidianamente turni massacranti e rischi personali, tra difficoltà infinite anche solo per raggiungere il posto di lavoro, l’organizzazione dell’ospedale è allo sbando e questo rischia di vanificare ogni sforzo per arginare l’epidemia", denunciano Fp Cgil Rieti Roma Eva, Cisl Fp Roma Capitale e Rieti e Uil Fp. I sindacati puntano il dito contro i vertici del Policlinico per la "pessima gestione anche nell’emergenza".
In passato, ricordano i segretari territoriali delle tre organizzazioni, Francesco Frabetti della Cgil, Giovanni Fusco della Cisl e Fabio Ferrari della Uil, in una nota congiunta, "tutti, anche gli esperti cinesi avevano bocciato l’opzione di utilizzare quel reparto, allestito nel 2016 e mai collaudato, vista la distanza dal Dea e i problemi con l'erogazione dell'ossigeno". In più mancherebbero "mascherine, tute, guanti, calzari". "Chiediamo lumi da un mese", si legge nella nota. I lavoratori "hanno paura", denunciano i sindacati.
L’azienda, accusano, non comunicherebbe giornalmente "le decisioni prese dall'Unità di crisi".
"I dipendenti – prosegue il comunicato - non sanno ancora quali reparti saranno accorpati o chiusi e quali rimarranno aperti, né tantomeno dove saranno ricollocati i lavoratori". "E poi non è stata data alcuna comunicazione sul numero di nuovi casi positivi al Covid-19", accusano le organizzazioni, che chiedono alla Regione Lazio di commissariare il nosocomio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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