Pagano il biglietto ma restano fuori dal rave abusivo: centri sociali nel mirino della procura

Venduti online migliaia di biglietti per il mega rave allo Spin Time Labs, andato in scena nonostante il divieto del questore, ma in centinaia non sono riusciti ad entrare. E ora si indaga su chi ha intascato i soldi delle prevendite

Pagano il biglietto ma restano fuori dal rave abusivo: centri sociali nel mirino della procura

Non dovranno rispondere soltanto della violazione dell’ordinanza del questore di Roma, il leader di Action, Andrea Alzetta, e gli altri due responsabili dell’occupazione illegale di via di Santa Croce in Gerusalemme. La stessa al fianco della quale si era schierato mesi fa anche l’elemosiniere di Papa Francesco, monsignor Konrad Krajewski. Per le forze dell’ordine gli organizzatori del maxi-rave abusivo andato in scena la notte del 31 dicembre allo Spin Time Labs, avrebbero anche truffato centinaia di partecipanti.

Quasi 5mila persone arrivate da tutta Italia per ballare fino a tardi nell’ex sede Inpdap in mano ai collettivi di sinistra. Il "Capodanno giovane, frocio, libero e ribelle" è stato a dir poco movimentato: nel corso della serata un ragazzo ubriaco è stato portato via in ambulanza e i poliziotti del commissariato di zona sono dovuti intervenire per sedare una rissa. Non solo. Centinaia di persone con biglietto alla mano non sono riusciti ad accedere all’evento. "Impossibile entrare nemmeno avendo comprato i biglietti online – protesta Danilo sulla pagina Facebook dello Spin Time - al limite della sicurezza legale e personale". In tanti, come lui, hanno acquistato le prevendite sul sito internet Eventribe, invogliati dalle promesse di sballo a prezzi popolari: dieci euro per entrare dopo la mezzanotte e venti per gustarsi anche il cenone.

Ma buona parte di loro è rimasta dietro le transenne per tutta la notte. Alla faccia dell’accoglienza e dell’inclusione. "Ci hanno fatto pagare e poi c'era posto solo per amici e parenti", si lamenta anche Robert. Secondo Il Messaggero nelle casse dell’occupazione potrebbero essere entrati fino a 80mila euro, compresi i proventi dei biglietti di chi alla fine non è riuscito ad accedere al party. Che fine hanno fatto questi soldi? Se lo domandano un po’ tutti visto che, stando ai commenti sui social, sembra che la possibilità di ottenere un rimborso non sia neppure contemplata. Per questo ora si indaga sull’intestatario del conto corrente sul quale sono finiti gli incassi dei pass acquistati sul web.

Sulla festa sopra le righe che si è svolta nonostante i divieti c’è anche un’informativa della Digos che è stata inoltrata alla procura di Roma. A finire sul banco degli imputati, oltre al re delle occupazioni romane, potrebbero esserci anche Paolo Perrini, che nel palazzo occupato gestisce ristorante, birreria e discoteca, e Tommaso Salaroli, responsabile di Scomodo, il mensile studentesco che si è fatto sponsor dell’iniziativa.

E il caso mobilita anche la politica. A chiedere lo sgombero del palazzo di via di Santa Croce in Gerusalemme, è il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, mentre i senatori azzurri Maurizio Gasparri e Erica Mazzetti hanno chiesto l’intervento del Viminale, sia per la truffa dei biglietti venduti online, sia per la violazione dei più basilari standard di sicurezza. Ma nella Roma dei paradossi, lungi dall’essere sanzionata l’occupazione abusiva viene addirittura pubblicizzata sul sito del Campidoglio, nel portale dedicato al turismo.

L’assessorato alla Cultura guidato dal vicesindaco Luca Bergamo, che guardacaso in più di un’occasione si è schierato al fianco degli antagonisti, ha inserito lo Spin Time Labs tra gli “spazi culturali polifunzionali” di Roma. Con buona pace del rispetto della legalità.

A denunciarlo sui social è la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni che si chiede "come sia possibile che Roma Capitale legittimi e promuova, attraverso i suoi canali istituzionali pagati con i soldi pubblici, gli affari illegali che si svolgono in un palazzo occupato".

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