Il quadro che emerge dalla più recente relazione redatta dall'Acos Roma (l'Agenzia per il controllo dei servizi pubblici locali) per quanto concerne il problema della disponibilità di posti nei cimiteri è decisamente drammatico. Sono sempre più numerosi, infatti, i residenti della Capitale che, per libera scelta o per impellente necessità, decidono di seppellire altrove i propri cari: si parla di un fenomeno in crescita del 43%. Il dato allarmante certifica dunque che tanti romani, oramai, preferiscono pagare i Comuni limitrofi o i cimiteri privati per garantire una degna sepoltura ai propri congiunti visti gli evidenti limiti delle strutture capitoline.
Il degrado
Emblematica, in tal senso, la situazione che si registra nel Laurentino. Con l'obiettivo di garantire i lavori di manutenzione ordinaria del cimitero, in particolar modo nel periodo più delicato dell'anno, Ama ha dovuto impiegare anche il personale assunto di recente per far fronte alla scadenza del contratto con la ditta che li aveva in appalto.
Ad essere desolante, comunque, non è solo la mancanza di spazio, denuncia a Il Messaggero Valeria Campana del Comitato cimiteri Flaminio Prima Porta Verano e Laurentino. "Dagli utenti ci arrivano segnalazioni continue per degrado, scippi e furti", spiega la donna. "Al Laurentino è sconcertante l'immobilismo che regna sul completamento del camposanto, si rischia nuovamente la chiusura. Gli stanziamenti via via deliberati dal Campidoglio hanno l'elastico: puntualmente tornano indietro perché non impiegati, poi rispuntano", aggiunge Campana. "È tutto fermo: i cittadini devono battersi per ottenere una sepoltura degna che conceda loro di elaborare i lutti", conclude.
Carenza di loculi
Bisogna tornare indietro fino al 2019 per risalire al rapporto Ama con cui si sottolineava la necessità di effettuare una serie di interventi nel cimitero, tra i quali la realizzazione di 6mila loculi da inserire in un blocco, per la progettazione dei quali era stata indetta una gara d'appalto addirittura nel lontano 2017. Da quel momento fino ad oggi, tuttavia, non è stato compiuto alcun passo in avanti, a parte la realizzazione di una serie di saggi archeologici finalizzati all'individuazione di nuove aree da destinare all'inumazione. Il rischio è quello di arrivare a una nuova chiusura della struttura, già avvenuta tra 2020/2021, a causa della mancanza di spazio. Vero è che lavori di realizzazione dei loculi ossario del Blocco C, per realizzare i quali sono stati stanziati 31mila euro, si sono conclusi, ma a quanto pare non ci sarebbe già più alcuna disponibilità. Per ovviare al rischio di chiusura ne occorrerebbero di nuovi.
I fondi revocati
Con questo scopo già nel 2019 furono stanziati ben 900mila euro dal Dipartimento ambiente. Fondi revocati ad appena un anno di distanza dalla Ragioneria, a causa di un non completamento delle procedure burocratiche previste. Un nuovo contributo, stavolta di "soli" 160mila euro, fu stanziato nel 2020 per la realizzazione di 1700 loculi ossario.
"Il nostro sospetto, il condizionale è d'obbligo ma tutto lo fa pensare è che i soldi vengono accantonati per tornare indietro e non si vede mai l'inizio di nulla", dichiara ancora Valeria Campana, "ci sono tutte le condizioni per completare questo cimitero ma sembra non interessi a nessuno".
Risale a febbraio 2022 l'ultimo stanziamento di 500mila euro destinato al Laurentino da parte del comune di Roma. L'assessore Sabina Alfonsi crede che si potrà giungere a una svolta.
Il problema è che continuano a moltiplicarsi le denunce dei cittadini per l'evidente incuria: "I furti sono continui e succede di tutto: quest' estate c'è stato un rodeo di auto in omaggio a un giovane defunto".
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