Reddito di cittadinanza, caos negli uffici postali

A Roma è caos negli uffici postali dove, a partire da mercoledì, si presenteranno migliaia di persone per depositare la loro richiesta di reddito di cittadinanza

Reddito di cittadinanza, caos negli uffici postali

Caos negli uffici postali della Capitale. "Per una migliore gestione delle richieste del reddito di cittadinanza vi invitiamo a presentare le domande in funzione del cognome dei richiedenti", si legge in un cartello affisso davanti a uno sportello delle poste di via Caffarro, quartiere Garbatella di Roma.

La faccenda è semplice e complessa allo stesso tempo. Per facilitare lo 'smaltimento' delle domande in arrivo, racconta il Corriere della Sera nella sua edizione romana, i richiedenti sono stati suddivisi in 7 gruppi di modo tale che, a partire dal 6 marzo fino ai successivi sette giorni lavorativi, gli impiegati ricevano prima coloro che hanno un cognome che inizia con la lettera A o B, poi con la C e via discorrendo. Ma, in fondo al foglio, c'è una precisazione in piccolo: "Le domande presentate in un giorno diverso da quello previsto dal calendario verranno comunque accettate". Un sistema farraginoso che, a seguito di questa sorta di post scriptum, è stato bene presto abbandonato dagli altri uffici che l'avevo dovuto adottare in base alle disposizioni arrivate "dall'alto". Nell'ufficio postale di via Arenula, infatti, gli impiegati spiegano: "Ci hanno detto che quella regola non vale più". A Testaccio dicono: "Non sappiamo se sarà davvero così oppure no in ogni caso metteremo un numeretto elimina code dedicato" anche se dall'azienda smentiscono. Voglio evitare i numeretti per non affibbiare ai richiedenti il "marchio di povertà".

Intanto l'azienda, in via riservata e informale ha chiesto al Viminale di avere un supplento di agenti davanti agli uffici postali per i primi giorni in cui si prevede un maggior afflusso di persone che si presenteranno per fare domanda di reddito di cittadinanza.

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