Un omicidio inaudito e inaspettato. Qualcosa che ha coinvolto la città di Roma e l’Italia intera. Una famiglia che non trova pace e il lavoro degli inquirenti per ricostruire i fatti avvenuti lo scorso ottobre nel quartiere Appio Latino. E inchiodare i responsabili. Tutti gli occhi sono puntati su Anastasiya, la giovane ragazza della vittima. “Sussiste un concreto pericolo di reiterazione del reato. Anche a prescindere dagli esiti drammatici di quanto accaduto quella sera, l’acquisto di ben 15 chili di marijuana denota uno stabile inserimento negli ambienti della droga da parte degli indagati”, scrivono i giudici.
Iniziano così le motivazioni del tribunale del Riesame di Roma che lo scorso 19 dicembre ha confermato il carcere per Giovanni Princi (amico fidato della vittima fin dai tempi del liceo) e l’obbligo di firma per Anastasiya Kylemnyk, come detto fidanzata di Luca Sacchi. Il 24enne è stato ucciso con un colpo di pistola alla testa davanti al pub John Cabot nella zona di Colli Albani nella notte tra il 23 e il 24 ottobre scorso.
I due ragazzi sono indagati per violazione della legge sugli stupefacenti e per il mancato acquisto di quindici chilogrammi di erba in cambio di settantamila euro destinati ai due pusher di Casal Monastero. Questa la spiegazione del tribunale del Riesame. Un mantenimento della misura nei confronti dei due indagati preso anche a prescindere dagli esiti drammatici di quanto accaduto quella sera. Infatti, secondo i giudici, l’acquisto dei chili di marijuana denota uno stabile inserimento negli ambienti della droga che evidentemente riforniscono una larga clientela.
Un’attività, ne sono convinti i giudici della Libertà, che certo non è episodica ma che viene svolta con abitualità. Princi, per il Riesame, poteva contare su solidi canali di riferimento. Anastasiya e Giovanni, indagati a seguito della vicenda che ha visto la tragica morte di Luca, ucciso da un colpo di pistola sparato in strada da Valerio Del Grosso, presunto killer del ventiquattrenne, fanno parte delle sei persone per le quali la procura di Roma ha ottenuto il giudizio immediato.
Il pubblico ministero ha infatti accertato che Princi abbia avuto un ruolo se non di leader, di certo di promotore della trattativa e della conclusione dell’affare.
Per il suo comportamento davanti agli inquirenti e per essersi avvalso della facoltà di non rispondere, avrebbe dimostrato di non voler interrompere i rapporti con gli ambienti criminali di riferimento, in prospettiva di future azioni criminali. Secondo il tribunale, Anastasiya sarebbe altrettanto coinvolta nell’acquisto della droga. Ma la verità, sui terribili fatti accaduti quella notte di ottobre nella capitale, è ancora lontana.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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