Il mistero dei pesci morti nel Tevere: cosa sta succedendo

Ama, Regione Lazio e Comune di Roma si passano la palla. Interviene il Codacons. A breve i risultati delle analisi effettuate

Il mistero dei pesci morti nel Tevere: cosa sta succedendo

Nonostante vi sia una invasione di pesci morti nel Tevere, nessuno sembra voglia prendersi la responsabilità di ripulirlo. Ama, Regione Lazio e Comune di Roma preferiscono passarsi la palla e scaricare l'onere agli altri. A intervenire è il Codacons che attacca tutti e tre senza distinzioni.

"Uno spettacolo indegno"

Il presidente Carlo Rienzo ha infatti affermato: "Ancora una volta nella capitale si registra uno spettacolo indegno che arreca un danno di immagine enorme alla città. I turisti sono costretti a fuggire dal Tevere a causa dei miasmi nauseabondi prodotti dalle carcasse dei pesci in acqua, la cui presenza rappresenta un evidente rischio igienico-sanitario, attirando volatili, topi e insetti che possono mettere a repentaglio la salute pubblica". E la situazione non cambia a Fiumicino, anche qui la costa di Focene, la darsena e il porto sono invasi da un tappeto di pesci morti che devono solo venire rimossi.

"Per i cittadini, come spesso accade, oltre al danno la beffa: si assiste infatti ad un pietoso scaricabile tra Ama, Regione Lazio e Comune di Roma circa il compito di ripulire il Tevere dai pesci. Un rimpallo di responsabilità che crea ingiustificati ritardi e allunga la permanenza delle carcasse in acqua, con rischi ambientali e igienici di cui qualcuno dovrà rispondere", ha proseguito Rienzo sottolineando anche il pericolo igienico-sanitario, e non solo ambientale, del perdurare di una simile situazione. Ama ha comunque subito tenuto a dire che nel contratto in essere non vi è la pulizia delle carcasse nel Tevere. Responsabilità che non tocca neanche la Regione, visto che ha precisato che è il Comune a doversene occupare. Loro si occuperanno solo di rimuovere i pesci che verranno intercettati dalle barriere antiplastica posizionate vicino alla foce.

Le analisi sulla moria di pesci

Al di là di chi, prima o poi, sì occuperà di rimuovere quei poveri pesci, si cerca anche di capire la causa di una simile moria. Qualcuno ipotizza uno sversamento di rifiuti tossici. Fatto sta che per i vari ristoranti situati sulle rive del fiume il danno economico c'è. Molti cittadini si rifiutano di cenare, o anche solo di pedalare, a pochi metri dall'acqua puzzolente. Nella giornata di sabato scorso i tecnici dell'Arpa avevano provveduto a prendere dei campioni di acqua e di resti di pesci da analizzare. I campioni sono poi stati dati alla Als Rm1 che ha incaricato il laboratorio dell'Istituto zooprofilattico di provvedere alle analisi. Per i risultati ci vorrà ancora del tempo. Intanto, sulle cause di tale moria di possono avanzare delle ipotesi, visto che non è la prima volta che si verifica un fatto simile.

A giugno e a luglio dello scorso anno stesso fenomeno, e in quel caso la causa era stata imputata all'anossia. Vi era infatti stato un lungo periodo di siccità che era poi stato seguito da violenti piogge che avevano portato erba e terra nel fiume, con un proliferare di batteri che avevano tolto ossigeno ai pesci che erano poi morti. Anche quest'anno, come quelli passati, le vittime sono soprattutto i pesci adulti.

Ieri sotto il ponte di Sant'Angelo si potevano distinguere chiaramente le carcasse di carpe e cefali. A giorni si saprà se anche nel 2021 la loro morte è stata causata da anossia o se la colpa è da imputare ad azioni illegali.

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