Polizia spara ai cuccioli di cinghiale. La protesta: "Colpa dell’Ama"

Alla fine i cuccioli e la loro mamma sono stati ammazzati. A insorgere contro l'uccisione non sono solo le associazioni animaliste ma anche i cittadini

Polizia spara ai cuccioli di cinghiale. La protesta: "Colpa dell’Ama"

La polizia provinciale, a Roma, ha ucciso sei cuccioli di cinghiale e la loro mamma. A insorgere non solo le associazioni animaliste, ma anche i cittadini che puntano il dito contro l’Ama, la società che gestisce per conto dell'ente Roma Capitale, suo socio unico, la raccolta, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti, che raccoglie a singhiozzo.

Uccisi la mamma cinghiale e i suoi sei cuccioli

Gli agenti si sono presentati nel giardino Mario Moderni in via della Cava Aurelia, a poco più di un chilometro da piazza San Pietro, dove erano rimaste imprigionate le bestiole e hanno fatto fuoco. I corpi degli animali sono stati portati via su dei camion con scritta: "Materiale destinato all'eliminazione". Tutto ha avuto inizio nella mattinata di giovedì scorso, 15 ottobre, quando la famigliola di cinghiali, la mamma e i suoi 6 cuccioli, attirati probabilmente dai cestini zeppi di rifiuti, erano entrati nel giardino Mario Moderni, in via della Cava Aurelia, in cerca di cibo. Un luogo lontano dalla strada trafficata che la mamma aveva forse pensato fosse sicuro per la sua prole. Invece gli animali sono rimasti intrappolati al suo interno, una volta che i cancelli sono stati chiusi, senza possibilità di fuga. Intrappolati ad aspettare la morte, arrivata inesorabile per mano dell’uomo.

Per nulla intimoriti, gli animali avevano continuato a grufolare nel terreno intorno ai giochi e alle panchine, destando la curiosità dei cittadini e, soprattutto, dei bambini. Intanto i residenti della zona avevano anche solidarizzato con la famigliola, portando il cibo agli animali, ormai a digiuno da un giorno. Dopo ore di incertezza sul da farsi, ieri sera, verso le 21, la polizia provinciale è arrivata sul posto e ha sparato proiettili narcotizzanti ai cinghiali, poi uccisi.

Associazioni animaliste e cittadini, come riportato da Repubblica, sono scesi in piazza per protestare, non contro gli animali indifesi, ma contro la folle decisione. Tanti coloro che sono arrivati anche da lontano per assicurarsi che la famigliola fosse ricollocata poi in natura. Ma non è andata così, e non si capisce il perché. Ilaria Riccitelli, volontaria Enpa che si trovava sul luogo, ha spiegato: “Mamma e cuccioli sono stati ammazzati. È stato un omicidio: sono stati narcotizzati dalla polizia provinciale. Poi i veterinari della Asl hanno eseguito due punture con liquido mortale”. I cadaveri dei sei cuccioli e della loro mamma sono stati trasferiti su un camion speciale con la scritta: “Materiale di categoria 1 destinato all’eliminazione, Regione Lazio”. Un omicidio in piena regola, come denunciato dalle associazioni animaliste. Gli animali sono stati prima narcotizzati e poi uccisi, anche se c’erano altre soluzioni.

Tutto sembrava finire bene

L'onorevole Michela Vittoria Brambilla, ministra e sottosegretaria, nota animalista e fondatrice della Leidaa, le Lega italiana Difesa animali e ambiente, ha spiegato: “Nel pomeriggio si è tenuto un tavolo tra Regione e Comune. E ben prima che scoppiasse la rivolta ho contattato il governatore regionale, Nicola Zingaretti, per annunciare che la mia associazione, coi propri mezzi, sarebbe andata a recuperare la famiglia di cinghiali per farsene carico. Mi mette in contatto con Enrica Onorati, l’assessora competente per la Regione, poi procedo con una chiamata a tre anche con il presidente comunale della commissione Ambiente, Daniele Diaco: la questione sembrava risolta e noi saremmo andati lì a recuperare gli animali, per metterli in sicurezza”.

Invece la sera la famiglia è stata uccisa. “Nonostante le chiamate e la nostra disponibilità, uomini della polizia provinciale si sono presentati lì, con forze dell’ordine, il presidente della commissione Ambiente, Daniele Diaco e il direttore del dipartimento Tutela Ambientale, Marcello Visca, che ha anche speso parole ingiuriose nei miei confronti: motivo per cui sarà denunciato.

Ma formalizzerò anche un esposto per quanto accaduto ai cinghiali: le soluzioni c’erano”. Daniele Diaco, implorato dai cittadini presenti di contattare immediatamente la sindaca Raggi ha risposto che avevano l’ok della Regione.

Segui già la pagina di Roma de ilGiornale.it?

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica