A Roma uno sgombero è fermo da ben 8 anni perché il prefetto non può intervenire. Un aiuto agli occupanti abusivi arriverebbe proprio dalla Procura di Roma. Infatti sarebbe stato uno dei pubblici ministeri del gruppo dei reati contro la pubblica amministrazione ad aver deciso di archiviare un'inchiesta per omissione di atti d'ufficio nei confronti della Prefettura che per otto anni non ha mosso un dito per liberare l'ex clinica Valle Fiorita in via di Torrevecchia dai suoi occupanti abusivi. Era infatti il 2013 quando il gip emanò l’ordine di sgombero.
Non si sa dove metterli e restano lì
Come riportato dal Corriere, secondo il pubblico ministero la Prefettura sarebbe responsabile di inerzia ma allo stesso tempo non avrebbe il cosiddetto ‘elemento soggettivo’ del reato per poter perseguire penalmente i suoi dirigenti. Non era quindi “materialmente in grado di compiere l'atto richiesto”. Non avrebbe potuto usare la forza pubblica per sgomberare l’immobile occupato abusivamente. La motivazione sarebbe chiara anche se assurda. Come si legge nella richiesta di archiviazione: “La Prefettura non è materialmente in grado di prestare la forza pubblica in ragione della perdurante assenza di una soluzione abitativa alternativa per gli occupanti”. Ovvero, secondo i magistrati romani, la Prefettura è di fatto assolta perché, tra lo scegliere di seguire l'ordinanza di sgombero del gip e la consapevolezza che a Roma esiste una emergenza-casa, ha preferito seguire la seconda. Forse avrebbe potuto intervenire il Campidoglio ma non c’è nulla che ne faccia riferimento. In coclusione:“Questa circostanza risulta dirimente al fine di ritenere insussistente l'elemento soggettivo e dunque il fatto non costituisce reato”. Tutto resta com’è perché mancano soluzioni alternative.
Non è servita neanche la Corte europea
I proprietari dell'ex clinica Valle Fiorita, che sono assistiti dall'avvocato Dario Piccioni, hanno già pensato a depositare la loro opposizione all'archiviazione. Nel documento si legge che il pm non avrebbe approfondito il tema del rapporto fra Prefettura e Campidoglio nel caso in questione. Del tutto inutile anche la sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo che nel 2018 aveva dato ragione ai proprietari dell'ex clinica. Nel documento veniva infatti sottolineato che gli ostacoli allo sgombero non potevano giustificare l'inerzia delle autorità italiane che finiscono in questo modo per umiliare la certezza del diritto e i principi di legalità. La sentenza non è servita a nulla e i proprietari, che erano al secondo posto nella graduatoria degli immobili da liberare, sono stati scavalcati da altri, come per esempio l'ex lavanderia del Santa Maria della Pietà, che nell'elenco prefettizio occupava il 16esimo posto in graduatoria ed è stata invece sgomberata lo scorso febbraio. Anche gli appelli al Premier Draghi e al ministro Lamorgese non hanno ottenuto risposta.
L’avvocato Piccioni ha spiegato:“I due anni trascorsi dalla sentenza favorevole dell'Europa non sono serviti a rientrare in possesso di un bene che avrebbe potuto essere proficuamente utilizzato dai miei clienti”.Segui già la pagina di Roma de ilGiornale.it?
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