Sanità, è scontro Grillo-Zingaretti sull'uscita dal commissariamento

Sulla sanità laziale è scontro aperto tra il ministro della Salute, Giulia Grillo, e il governatore della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. L'ultima parola spetta ai tecnici, ma con la mancata uscita dal commissariamento sarebbero a rischio mille assunzioni

Sanità, è scontro Grillo-Zingaretti sull'uscita dal commissariamento

“L'uscita della Regione Lazio dal commissariamento per la sanità non sarà imminente”. Lo ha detto venerdì il ministro della Salute, Giulia Grillo, a margine di un sopralluogo al Policlinico Umberto I di Roma, l’ospedale con il pronto soccorso che conta il maggior numero di accessi nella Capitale.

Parole che suonano come una bocciatura senza appello da parte del governo, anche se, come ha ricordato il ministro, le “le valutazioni tecniche sul commissariamento e sul piano di rientro del Lazio” spettano agli esperti del “ministero della Salute e dell'Economia”. Nonostante l’ottimismo del governatore Nicola Zingaretti, quindi, la regione amministrata dal Pd potrebbe essere ancora lontana da una risoluzione della crisi.

"I criteri per uscire dal commissariamento sono rispettati”, aveva replicato Zingaretti, sciorinando i dati sulla “riduzione del deficit del disavanzo e l'aumento del punteggio dei Lea” che, secondo il governatore dem, “hanno permesso in maniera significativa e dopo 10 anni di portare in linea il tasso di mortalità della regione con quello nazionale”. Ma per la ministra del governo giallo-verde questo non sarebbe sufficiente. “Il commissario Zingaretti si era impegnato a portare i conti in equilibrio e invece risulta ancora un disavanzo di 110 milioni di euro”, ha obiettato Grillo facendo riferimento alle valutazioni del tavolo di verifica dello scorso novembre ed esprimendo preoccupazione per “la qualità dei servizi sanitari che ancora stentano a decollare, a tutto danno dei cittadini del Lazio”.

Come per la partita romana dei rifiuti, quindi, anche sulla sanità laziale lo scontro politico tra Pd e M5S è più acceso che mai. Ma ad avere l’ultima parola saranno i tecnici che il prossimo marzo valuteranno il bilancio consuntivo del 2018 al quale è appesa la fine del commissariamento e l’avvio del piano di rientro necessario a colmare il disavanzo. Poi la palla passerà al Consiglio dei Ministri che, stando alle ultime dichiarazioni del ministro della Sanità, potrebbe anche decidere di nominare un nuovo commissario per il Lazio.

Secondo alcuni tecnici sentiti dal Messaggero, però, il confronto politico-elettorale dovrebbe in questo caso lasciare più spazio al “pragmatismo”. Con l’uscita dal commissariamento, infatti, secondo il quotidiano di via del Tritone, potrebbero sbloccarsi almeno mille assunzioni, con la conseguente riduzione dell’età media dei dipendenti della sanità del Lazio, che oggi è di 54 anni, proprio a causa del blocco del turnover.

Uscire dalla fase di stallo, inoltre, costituirebbe anche un

vantaggio per le tasche dei cittadini, visto che porterebbe ad una riduzione dell’aliquota Irpef, che nella regione ha raggiunto livelli altissimi proprio a causa dei conti in rosso della sanità laziale.

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