La Cassazione in 31 pagine ha spiegato le motivazioni della sentenza che lo scorso 12 luglio ha annullato con rinvio l'ordinanza del Tribunale del Riesame di Roma nei confronti di Marcello De Vito, arrestato nel marzo scorso e ai domiciliari da luglio nell'ambito di un filone dell'inchiesta sul nuovo stadio della Roma, e degli altri soggetti coinvolti, tra cui l'avvocato Camillo Mezzacapo.
"Solo congetture"
La Suprema Corte ha fatto sapere che non ci sono "dati indiziari" sufficientemente motivati dal gip e dal Riesame per dimostrare la presenza all'interno del "gruppo criminale" da parte del presidente pentastellato dell'assemblea capitolina. Al momento ci sarebbero dunque "congetture ed enunciati contraddittori" tratti dalle dichiarazioni rese ai magistrati dall'imprenditore Luca Parnasi all'indomani del suo arresto.
I giudici hanno spiegato che le affermazioni di Parnasi si risolvono nelle seguenti proposizioni: "Il convincimento maturato dal dichiarante circa l'interesse di De Vito al conferimento di incarichi a Mezzacapo, peraltro frutto non di mere impressioni personalistiche, bensì dal dato oggettivo della presenza dello stesso Mezzacapo, non altrimenti giustificata, all'incontro di presentazione con De Vito; il riconosciuto intento di Parnasi, a seguito della pronta adesione ai desiderata del suo interlocutore mediante l'affidamento al legale dell'incarico di seguire una transazione tra Acea e la Ecogena, di accreditarsi presso il Movimento 5 Stelle, di cui De Vito era al tempo autorevole rappresentante, in linea con il 'modus operandi' dell'imprenditore".
La Cassazione chiarische che ne consegue che "il valore confessorio dell'esistenza di un patto corruttivo, che a tali dichiarazioni è stato attribuito dai giudici capitolini, non rispecchia l'obiettivo tenore delle stesse, potendo pertanto riconnettersi solo ad una operazione interpretativa, che assegni loro una portata, per così dire, 'addomesticata' che non è stata tuttavia esplicitata, nè può desumersi dagli ulteriori dati indiziari citati sopra".
La seduta del 14 giugno 2017 - presieduta da De Vito coerentemente alla veste istituzionale sua propria - "interviene all'esito di un già apprezzabile iter procedurale, scandito, dopo la presentazione del progetto oltre tre anni prima, sotto la sindacatura Marino, ed una prima dichiarazione di pubblico interesse dell'opera da parte della Giunta del tempo, da una convergente dichiarazione pubblica in tal senso della sindaca Raggi, pur con l'indicazione di una sensibile diminuzione della cubatura commerciale del progetto, e della successiva adozione di una collimante
delibera di Giunta, cui avevano fatto seguito i pareri positivi delle Commissioni permanenti e del IX Municipio, interessato dall'esecuzione del progetto, prima della seduta di cui trattasi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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