Lo strazio del papà di Desirée: "Provai a salvarla dai pusher"

Gianluca Zuncheddu confessa che la figlia negli ultimi tempi era cambiata e lui aveva provato ad allontanarla da quei brutti giri

Lo strazio del papà di Desirée: "Provai a salvarla dai pusher"

La morte di Desirée Mariottini è travolgente e sta travolgendo tutta la sua famiglia, le amiche e chi la conosceva.

Dopo la difesa a spada tratta della madre a Storie Italiane, ora interviene anche il padre. Gianluca Zuncheddu aveva provato a strapparla a quel giro di droga e tossici già "due, tre mesi fa". Proprio lui che nel 2002 è stato arrestato nell'operazione Bassotti perché ritenuto uno dei capi-bastone dello spaccio a Latina.

"Mi sono sempre interessato del mantenimento di mia figlia pur non avendola riconosciuta alla sua nascita", si sfoga l'uomo in lacrime che racconta di come Desirée fosse "cambiata" all'improvviso. Di come la ragazza prima avesse regolarmente frequentato la scuola media "senza alcun tipo di problema" e come poi i guai fossero iniziati alle superiori.

La disperazione del padre di Desirée

Il padre disperato spiega agli inquirenti che il primo anno di superiori la ragazzina cambia comportamento, viene bocciata e abbandona gli studi. "Durante la sua frequenza a scuola - aggiunge - sono venuto a sapere che Desirée incontrava dei cittadini stranieri nella zona delle autolinee di Latina, luogo abituale di ritrovo per tossicodipendenti e spacciatori". A quel punto Zuncheddu decide di intervenire perché vuole allontanarla a tutti i costi da quell'ambiente che lui conosceva fin troppo bene. "Due o tre mesi fa - continua a IlMessaggero - sono andato lì per vedere coi miei occhi chi frequentava mia figlia e per due volte l'ho trovata in compagnia di coetanei intenti a bivaccare e, in una di queste, l'ho sorpresa con una bottiglia di vino".

L'uomo, quindi, tenta di portarla via togliendole la bottiglia fra le mani. Ma il gruppo di stranieri gli va incontro per riprendersi Desirée. Nasce un'accesa discussione: "Rompevo la bottiglia di vino per difendermi da quei giovani che forse erano tre o quattro". Dalla rissa, Zuncheddu si procura una ferita alla mano. Va a medicarsi e la 16enne di Cisterna di Latina torna a casa della madre. Ed è proprio la mamma, Barbara, che confida all'ex compagno il timore che Desirée si droghi.

"La madre - racconta ancora l'uomo - mi disse di avere trovato in casa residui di carta stagnola bruciata, probabilmente utilizzata per inalare o sciogliere la droga. Io stesso una volta tornando sempre alle autolinee di Latina avevo visto Desirée avvicinarsi a un cittadino di colore probabilmente per acquistare droga: in quella occasione mia figlia stringeva in mano 15 euro. Allora riuscii a portarla via con la forza".

Anche la madre si lamentava dei comportamenti di Desirée

L'uomo racconta che anche Barbara era stufa dell'atteggiamenti di Desirée e della sua necessità di dover andare a Latina ogni costo. A fare cosa? Così la sera del 17 agosto il padre decide di aspettarla nella stazione di Cisterna di Latina. Quella sera la 16enne sarebbe dovuta rimanere a dormire a casa del padre e della compagna, per questo, una volta scesa dall'autobus e salita in macchina, vanno insieme a casa di Barbara per prendere alcuni vestiti.

Ma nello zainetto della ragazza, Zuncheddu trova un'altra bottiglia di vino. Motivo per cui - dice agli agenti - "la colpivo al volto con due schiaffi". Giunti sotto casa della madre, la ragazza sale a prendere gli abiti, ma il padre non la vede tornare. "Insospettito dal ritardo - precisa - contattavo la madre chiedendole di convincere Desirée". La donna, però, non era in casa. Arriva solo in un secondo momento e viene a sapere dalla figlia che il padre l'ha picchiata. Così lo fa andare via e si tiene in casa Desirée.

"Visto però che non mi rassegnavo a lasciarla, Desirée per intimorirmi chiamò il 113 che arrivò subito - conclude -.

Poiché mi era vietato avvicinarmi alla madre di Desirée per un altro procedimento penale, dopo qualche giorno mi notificarono gli arresti domiciliari. Da quel momento conclude il padre non ho avuto più notizie di mia figlia".

Fino a quel maledetto 19 ottobre, quando Desirée ha perso la vita in quel rudere di San Lorenzo.

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