Tassista aggredito a Montespaccato: "Ho temuto di morire"

Minuti di paura nella periferia nord di Roma. L’autista è stato riempito di calci e pugni da un ecuadoriano completamente ubriaco che si era barricato in auto

Tassista aggredito a Montespaccato: "Ho temuto di morire"

Una rapina come tante. Come tante, purtroppo, ne accadono a Roma agli autisti di taxi. Ha 47 anni. E da una vita è alla guida di un’auto bianca tra le vie della capitale. È stato appena stato dimesso dal pronto soccorso dopo un’aggressione ricevuta all’alba di ieri a Montespaccato. È la vittima di una tentata rapina. Un episodio di violenza, l’ennesimo, da queste parti. Ha avuto paura di non tornare a casa dai suoi figli. Ha il viso gonfio, un occhio nero. Ma tutto sommato sta bene.

Intervistato dal Messaggero fa sapere di aver vissuto minuti infiniti di paura. “Ero in balìa di un criminale, fuori di sé e ubriaco”. Tutto è accaduto dalle 6,20 fino alle 7 di mattina. Quaranta minuti di puro terrore. Ha chiesto aiuto, urlava, ma all’inizio non si fermava nessuno ad assisterlo. Racconta che tra i primi automobilisti passati in strada ci fossero delle donne. Ma alcuni uomini sono andati via senza muovere un dito finché, finalmente, non è uscito un uomo da un forno che lo ha aiutato a bloccare quel pazzo. Poi è arrivata la volante della polizia che ha arrestato il criminale.

Ma partiamo dall’inizio. Lo aveva accolto in auto insieme con altri due sue connazionali, degli ecuadoregni, e una donna italiana, fuori da un locale all’angolo tra via Casilina e viale della Primavera, a Centocelle. Era la prima corsa del mattino. Gli hanno chiesto di portarli dall’altra parte della città a Montespaccato, Roma nord. Arrivati a destinazione hanno cominciato a litigare per chi dovesse pagare. “Secondo gli amici avrebbe dovuto pagare lui, ma tergiversava, mi ha mostrato la tessera dell’autobus spacciandola per la carta di credito, allora io in viva voce ho chiamato il 112. La donna si è arrabbiata con me: Che ti chiami la polizia, pago io. Mi dà i soldi e mentre cercavo il resto dei 36 euro continuavano a litigare finché l‘italiana e gli altri se ne sono andati: Tu resti qua, a bere su a casa non vieni, gli hanno detto. Mi sono girato e quello si era chiuso dentro la macchina e non voleva più uscire”.

L’autista ha provato a farlo ragionare, ma il criminale ha messo la mano nella tasca dei pantaloni, come se avesse una pistola. Ha urlato: “Adesso ti ammazzo”. La povera vittima è scappata via. A un certo punto, però, l’ha visto al posto di guida, voleva rubare l’automobile che aveva comprato solo poco tempo prima. “Mi è preso un colpo, con quella macchina io ci campo la famiglia, così sono tornato indietro, mi sono attaccato allo sportello, sono entrato sul lato passeggero per fermarlo: con una mano tenevo il volante, con l’altra suonavo il clacson per attirare l’attenzione e i soccorsi. Nel frattempo, quello non sapeva neppure guidarla ed è andato a sbattere contro un muretto: 500 euro di danni mi ha fatto. Io gridavo aiuto, mi stanno rubando la macchina, speravo che qualcuno intervenisse subito”.

Quel pazzo gli ha sferrato 3 o 4 pugni in faccia. Ma il tassista è comunque riuscito a farlo uscire dalla macchina. Una ventina di minuti dopo è arrivata la polizia.

Anche davanti agli agenti lo straniero non si è arreso, hanno dovuto ammanettarlo per tirarlo fuori. E l’hanno portato via. “I poliziotti mi ha accompagnato al pronto soccorso dell'ospedale Pertini, 7 i giorni di prognosi”.

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