Tiburtina, la disperazione del ristoratore ostaggio dei migranti

Ennesima brutta avventura per il titolare della pizzeria I Magnifici, a due passi dalla stazione Tiburtina, che ieri è rimasto per 20 minuti chiuso nel locale per scampare a un migrante ubriaco

Tiburtina, la disperazione del ristoratore ostaggio dei migranti

Venti minuti di paura. Rinchiuso all'interno del locale per scampare alla violenza di un balordo. L'ennesimo. Non c'è pace per Donato Annunziata, 40 anni, da dodici al timone della pizzeria I Magnifici di via Teodorico, a due passi dalla stazione Tiburtina. La sua attività, una delle poche che non vendono alcol a basso costo, è già salita agli onori della cronaca in più di un'occasione. Le ragioni sono sempre le stesse. Il quartiere è un crocevia di migranti e clochard allo sbando. Gente che sa di non avere nulla da perdere.

"Ieri sera, attorno alle 22.30, è entrato uno straniero avvolto in una coperta e ha iniziato a urlare", racconta Donato. A quell'ora il locale era gremito di persone. L'irruzione dell'uomo genera il panico. Lo straniero è una vecchia conoscenza del ristoratore, non è la prima volta che entra nel locale in preda ai fumi dell'alcol. "L'ho spintonato fuori e mi sono chiuso dentro per proteggere i clienti e mia moglie che è incinta", ricorda Donato. Dall'esterno il migrante continua a schiamazzare. Nel frattempo gli "ostaggi" chiamano le forze dell'ordine. Passano venti minuti. Sono interminabili. La furia del balordo non accenna a scemare, anzi. "Ha cominciato a rovesciare la birra sulle vetrate della pizzeria - prosegue Donato - e poi ha estratto un coltello da cucina da una busta, ho pregato che in quel momento non passasse nessuno perchè non so cosa sarebbe potuto accadere".

Chi assiste alle scena dall'interno del locale rimane pietrificato dallo choc. "Nessuno aveva il coraggio di uscire". Finalmente l'intervento dei carabinieri e dei soccorritori del 118 riporta la situazione alla normalità. Donato è sconfortato. Si definisce un "perseguitato". "Ogni giorno succede qualcosa - denuncia - e alzare la serranda, qui, è diventato sempre più rischioso". Negli ultimi anni, infatti, la sua attività è stata saccheggiata in sette occasioni. A ottobre 2018, poi, si è consumato l'episodio peggiore. Donato è stato preso a spintoni e bottigliate da un gruppo di extracomunitari che si erano accomodati sui tavolini esterni della pizzeria a bere birra acquistata altrove. L'aggressione gli è costata diverse contusioni e dieci giorni di prognosi. Ad aprile scorso, invece, è intervenuto per soccorrere un uomo aggredito fuori dal suo locale da un ubriaco. "La situazione è grave - dice - e io sto pensando di andarmene". "Non è colpa delle forze dell'ordine - ragiona - ma della politica, non è possibile che chi viene fermato il giorno dopo sia di nuovo a piede libero". Solidarietà all'esercente è arrivata dal Comitato Residenti Stazione Tiburtina. "Ormai alzare la serranda è diventato un atto di eroismo", denunciano dal Comitato.

"Questo è l'ennesimo dei tanti episodi avvenuti in zona - spiegano - e siamo qui a dirci le stesse cose da anni e a lamentare la sterilità, l'inutilità e l'abbandono di prefetto, questore e delegato della sindaca alla sicurezza che non hanno più alcun controllo sulla città".

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