Il titolare di un bar della Capitale, il "Caffè Antica Roma" situato nella zona del quartiere Ardeatino, si è visto recapitareuna multa di ben 15mila euro per aver installato delle telecamere sia all’interno che all’esterno del suo esercizio commerciale. L’impianto di videosorveglianza, costituito da ben 14 occhi elettronici, non sarebbe autorizzato né segnalato. A firmare il provvedimento in questione è stato il Garante per la privacy a chiusura di una indagine partita a giugno del 2020 in seguito a una segnalazione riguardante proprio l’impianto di videosorveglianza del locale.
Le telecamere non erano autorizzate
Come riportato da Il Tempo, gli accertamenti, effettuati dagli uomini della Guardia di Finanza, risalgono però allo scorso gennaio, quando è stata accertata “la presenza di quattordici telecamere funzionanti, poste all'interno e all'esterno del locale, in assenza, però, di cartelli informativi che ne comunicassero la presenza” ai dipendenti, ai clienti, e anche ai passanti in strada. Inoltre è stato rilevato che“l'installazione del sistema di videosorveglianza è avvenuta in assenza dell'autorizzazione dell'ispettorato del lavoro o dell'accordo sindacale con i dipendenti impiegati nell'azienda”. Mancavano quindi sia l’autorizzazione a installare l’impianto che l’avviso della presenza delle telecamere.
Nonostante le contestazioni del titolare la sanzione è rimasta. L’uomo ha infatti cercato di spiegare di aver provveduto a inviare la richiesta di autorizzazione dell’impianto alla direzione territoriale, e di aver sempre informato i suoi lavoratori riguardo la presenza delle telecamere, chiedendo loro anche il consenso all’interno del contratto di lavoro. Niente da fare, il Garante per la privacy non ha ascoltato ragioni e ha sottolineato che l'impianto di videosorveglianza presso il ‘Caffè Antica Roma’ è attivo e funzionante, ma che “non sono stati apposti i cartelli informativi” necessari. Ha poi precisato che al momento del controllo effettuato dalla Guardia di Finanza l'impianto non risultava autorizzato dall'ispettorato del lavoro, e non era neppure oggetto di accordo con le rappresentanze sindacali dei lavoratori.
Cosa serve per l'installazione
Proprio sull’ultimo punto si è soffermato il Garante, spiegando che quando, come in questo caso, il sistema di videosorveglianza riprende anche ambiti in cui operano i dipendenti, c’è sempre l'obbligo di informare il lavoratore.
In particolare se si tiene conto che “l'installazione della videosorveglianza, qualora da essa derivi anche la possibilità di un controllo a distanza dell'attività dei dipendenti, deve, in ogni caso, essere eseguita previa stipulazione di un accordo collettivo con la rappresentanza sindacale, o, laddove non sia stato possibile raggiungere tale accordo, solo in quanto preceduta dal rilascio di apposita autorizzazione da parte dell'ispettorato del lavoro”.
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