Turista aggredita a Roma, arrestato 26enne etiope

La donna è stata colpita con un pugno alla testa vicino a piazza Venezia. L'aggressore è stato arrestato dalla polizia locale

Turista aggredita a Roma, arrestato 26enne etiope

Una turista di 50 anni è stata aggredita a Roma, nei pressi di piazza Venezia, da un 26enne di nazionalità etiope. L’uomo è stato poi fermato e arrestato dalla polizia locale che lo ha portato negli uffici della sede di via Macedonia per effettuare accertamenti. La donna, sanguinante al viso e in stato di choc, è stata soccorsa e accompagnata a bordo di un’ambulanza all’ospedale San Giovanni.

Aggredita in pieno giorno a Roma

L’aggressione è avvenuta martedì 21 giugno intorno a mezzogiorno. La turista, proveniente dalla Sardegna, sarebbe stata aggredita, senza un apparente motivo mentre stava passeggiando per la Capitale insieme ad altre persone. A un certo punto, uno sconosciuto l’avrebbe prima avvicinata e, subito dopo, colpita con dei calci e un pugno in pieno volto. Il tutto sarebbe avvenuto improvvisamente e senza un apparente motivo. La donna, sanguinante e sotto choc, ha poi camminato malamente per la strada in cerca di aiuto e urlando.

In soccorso della vittima, ferita alla testa, è intervenuta una agente della polizia locale di Roma che stava effettuando un servizio di vigilanza anti-abusivismo. Anche la vigilessa è rimasta ferita dal 26enne, un senza fissa dimora, nel momento in cui ha tentato di dividere l’aggressore dalla vittima.

L'aggressore è un etiope senza fissa dimora

L’etiope, dopo aver cercato inutilmente di fuggire, è stato infine bloccato, arrestato e condotto presso gli uffici di via Macedonia per gli accertamenti di rito. Sia la turista che l'agente sono state portate al pronto soccorso dal personale medico del 118 per essere medicate. Nessuna di loro si troverebbe in gravi condizioni.

La Capitale è sempre più pericolosa per i turisti, in particolare per le donne. Solo una settimana fa era stata resa nota la notizia di una 20enne norvegese violentata da due ragazzi danesi nella stanza di un convitto gestito da suore.

In quel caso la giovane aveva conosciuto i suoi stupratori in un locale. Dopo la violenza sessuale era riuscita a scappare e a telefonare a un'amica; insieme avevano fermato una volante della polizia per chiedere aiuto. I presunti aguzzini erano poi stati individuati e arrestati.

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