Romani «secchioni» ma più disoccupati

STIPENDI Il reddito medio annuo nella capitale è di 22mila euro Gli stranieri occupati sono il 9,7% Diminuiti gli incidenti del 2,1%

Sono studenti particolarmente virtuosi quelli che frequentano gli atenei romani. Nella Città Eterna, infatti, il numero dei laureati di secondo livello è quasi il doppio rispetto alla media nazionale: gli uomini sono il 16,1 per cento contro il 9,4 per cento dei loro colleghi di tutto il Bel Paese, le donne il 17,7 per cento contro il 10,8 per cento dell’intero Stivale. È quanto emerge dal rapporto sul mercato del lavoro capitolino, una ricerca relativa al 2008 curata dal Servizio studi dell’ufficio di statistica del Comune. Le buone notizie riguardano anche le lauree di primo livello: ne ha in tasca una il 3,4 per cento delle donne, con un aumento del 7,8 per cento rispetto al 2007 e il 2,7 per cento dei maschi, con un confortante +14,3 per cento rispetto all’anno precedente. Da primato pure il numero dei diplomati, all’incirca il 40 per cento dei romani contro il 32 per cento degli italiani. Come dire che all’ombra dei sette colli il titolo di studio è tutt’altro che un optional. A conferma del trend bisogna anche notare che nel 2008 è aumentato del 27,6 per cento il numero di iscritti alle lauree specialistiche. Di più: il 33,9 per cento degli studenti ha deciso di spingersi ancora oltre, decidendo di proseguire il percorso formativo scegliendo corsi di specializzazione post lauream.
I redditi. Il rapporto, presentato ieri in Campidoglio, è pieno di altri interessanti spunti: rileva che il reddito medio annuo dei lavoratori romani è pari a 22.100 euro lordi, lievemente superiore alla media italiana che si ferma a quota 21.800. Ma tra gli «atipici» il guadagno scende di parecchio e si ferma a quota 16mila euro. Le famiglie monoreddito, inoltre, sono ben 590mila, il 35,9 per cento del totale.
La disoccupazione. Un romano su due ha un lavoro: il tasso di occupazione è infatti stabile al 49,2 per cento (+1,3 per cento), ma è salito quello di disoccupazione, pari al 7 per cento (era del 5,8 per cento nel 2007), a causa dell’incremento dei licenziamenti. A cercare un posto sono 25mila persone in più rispetto al 2007, 129mila in totale tra Roma e provincia, di cui per la maggior parte ha perso il vecchio impiego e ne cerca uno nuovo.
Gli stranieri. Rappresentano il 9,7 per cento dell’occupazione complessiva, una percentuale che, tra il 2007 e il 2008, è aumentata del 12,3 per cento. Il rapporto rivela anche che lavora il 71,3 per cento dei non italiani, un numero ben più elevato rispetto al 49 per cento che riguarda i cittadini del Bel Paese. I settori più gettonati sono quelli dell’edilizia, dei servizi sociali e familiari (badanti, per capirci) e della ristorazione. Impieghi prevalentemente non qualificati (il 72 per cento), ma bisogna pure notare che Roma, rispetto alla media nazionale, fa registrare un numero più elevato di stranieri impiegati in ruoli dirigenziali e specializzati (il 4,2 per cento locale contro il 3,6 per cento di tutta Italia).


Gli incidenti sul lavoro. Nel 2008 gli incidenti tra Roma e provincia sono diminuiti del 2,1 per cento. Ma è aumentata la percentuale di stranieri coinvolti (+4,5 per cento), in prima fila romeni impiegati nell’edilizia.

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