Come augurio di compleanno, non è male. «Spero che ti ritroverai una bomba nella cassetta della posta» le ha scritto (un anonimo, ovviamente) su twitter qualche giorno fa e J.K. Rowling, 56 anni giusto ieri, ha replicato così: «Sinceramente, quando non riesci a far sì che una donna sia licenziata, arrestata o abbandonata dal suo editore, e cancellarla ha solo fatto aumentare le vendite dei suoi libri, c'è un solo posto dove dovresti andare».
J.K. Rowling non ha bisogno di cavalieri che la difendano, il suo Patronus contro i Dissennatori sa costruirselo benissimo da sola, come tutta la sua storia personale e quest'ultima risposta dimostrano; eppure, il fatto che gli scudi rimangano abbassati, che pochi, sporadici coraggiosi levino la propria voce per dire «mah, forse certi insulti, certe minacce sono eccessive...» stride. Stride in un mondo in cui tutti hanno da pronunciarsi su tutto, in cui l'odio sui social è una realtà sempre più pervasiva, in cui la cancel culture, la cultura del cancellare, cancella la cultura e il pensiero, specialmente se dissenzienti. E J.K. Rowling ha osato dissentire su un tema, l'ideologia del gender, dove il rischio di attirarsi nemici è quasi una certezza.
Tutto è cominciato nel dicembre del 2019, quando ha difeso Maya Forstater, una donna licenziata dal Centre for Global Development per posizioni anti gender (nelle parole di J.K., «perché ha detto che il sesso è reale», cioè essere maschio, o femmina, è qualcosa di biologico). Poi, nel giugno scorso, è proseguito con un tweet in cui la scrittrice inglese ha ironizzato sulle persone «che hanno le mestruazioni»: «Sono sicura che ci fosse una parola per definirle...»; poi ha aggiunto che alcune operazioni per il cambio di sesso le ricordano le «terapie di conversione» per gli omosessuali.
Lei lo sapeva: avrebbe potuto starsene quieta e zitta, come ha ricordato nel corso di questo ultimo anno e mezzo di minacce, insulti, polemiche, bufere e voltafaccia (eh già, perché anche gli attori della saga di Harry Potter, Daniel Radcliffe-Harry, Emma Watson-Hermione e Rupert Grint-Ron le hanno girato le spalle...). Invece no, ha voluto dire la sua su una causa in cui crede, quella delle donne, dei loro diritti e, soprattutto, della necessità di tutelarle dalla violenza e dagli abusi. Chiosa della Rowling a questo proposito: «Ora che centinaia di attivisti trans hanno minacciato di picchiarmi, stuprarmi, assassinarmi e farmi esplodere ho capito che questo movimento non mette assolutamente a rischio le donne».
Intorno a lei, però, molti hanno taciuto. Your silence won't save you, «il vostro silenzio non vi salverà», si intitolava un commento di Brendan O'Neill pochi giorni fa su Spiked e il «vostro» silenzio è quello dell'élite liberal, tanto solerte nel gridare per qualsiasi causa, nel sostenere qualsiasi minoranza, quanto si è mostrata pigra e muta nello spendere una parolina a favore di J.K. E va bene, lei è miliardaria. È diventata più ricca della Regina anche se non ha una enorme piattaforma di vendita on line, non manda gente nello spazio, non ha creato social media, non ha una compagnia telefonica e non produce hi-tech: è una scrittrice. Oddio, questo forse dovrebbe stimolare qualcuno della fantomatica élite a mettere in dubbio che augurarle di morire e di essere ammazzata, definirla una cagna e una puttana (una strega vabbè, ci può essere una nota di ironia...), dire che i suoi libri sono da bruciare sia un atteggiamento accettabile, civile, corretto. A costoro, fra l'altro, non piace così tanto il «corretto»? Possibile che rispettare il pensiero altrui non sia corretto? Possibile che esprimere le proprie opinioni, anche se discutibili, anche se contestabili, non sia corretto? O rientra solo nei diritti «degli altri», una minoranza variabile a seconda delle circostanze, poiché, giusto per fare un esempio, la stessa Rowling è stata accusata di essere una «feminazi» e una «Terf», acronimo per «Trans-exclusionary radical feminist», ovvero una femminista (che in teoria andrebbe bene...) che esclude i trans (che non va bene...). Conclusione di J.K. Rowling: «I tempi cambiano, l'odio nei confronti delle donne è eterno».
O'Neill parla di misoginia e di «codardia morale», Eddie Redmayne, l'attore protagonista di Animali fantastici e di The Danish Girl (storia della prima persona trans che si è sottoposta al cambio di sesso) ha detto che gli insulti alla scrittrice sui social sono «abusi disgustosi», cinquanta fra attori, sceneggiatori e giornalisti hanno firmato una lettera, lo scorso settembre, per sostenere la Rowling. Fra i politici, il conservatore Liam Fox ha sottolineato che questi attacchi mettono a repentaglio la libertà di pensiero. Che altro? Nei suoi post, la creatrice di Harry Potter ha detto di aver ricevuto decine e decine di messaggi di sostegno. Ha detto che è assurdo tacciarla di essere contro i trans, lei che ha sempre difeso i più deboli, ha provato a spiegare le sue ragioni, ha raccontato di aver subito una violenza sessuale da giovane e abusi dal primo marito (per tutta risposta, un tabloid è andato a scovarlo in Portogallo e ha riassunto così il suo pensiero: I slapped JK and I'm not sorry, cioè «Ho picchiato JK e non mi dispiace», e la giustificazione è stata che il titolo intendesse stigmatizzare la violenza sulle donne; sarà...). Hanno tirato fuori una accusa di islamofobia perché nel secondo romanzo della serie di Cormoran Strike un assassino si nasconde sotto un burqa; hanno notato che, nell'ultimo romanzo della serie, l'assassino si traveste da donna e anche questo ha suscitato indignazione, nonostante la storia fosse basata su fatti reali.
Nessuno ha aperto i suoi libri, forse, perché la saga di Harry Potter racconta bene che persona sia J.K.
Rowling, e perché non abbia bisogno di nessuno che la difenda; eppure, sostenerla mostrerebbe buon gusto, lungimiranza, amore sincero per la libertà di espressione, un certo distacco dalla banalità e dal conformismo imperanti (visto che chi non la difende, o la insulta, fa di un presunto anticonformismo la propria bandiera), un pizzico di coraggio, un minimo di lucidità. La cosa strana, nel suo caso, è che i suoi libri li hanno letti (e continuano a leggerli, in barba a chi la odia) a milioni, ma magari certi intellettuali lo hanno fatto di nascosto. Oppure non li hanno capiti...
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