Si è spento all'età di 96 anni Sergei Mikhalkov, il poeta russo autore del testo dell'inno nazionale sovietico. La sua morte, avvenuta oggi in un ospedale di Mosca, ha suscitato commozione e partecipazione da parte delle più alte cariche dello Stato russe. Nato a Mosca il 13 marzo del 1913, Mikhalkov fu incaricato nel 1943 da Josef Stalin di scrivere il testo di un nuovo inno nazionale sovietico che ispirasse l'Armata Rossa allora impegnata sul fronte della Seconda guerra mondiale. L'inno, scritto insieme al giornalista El Registan e musicato da Alexander Alexandrov, conteneva una lode a Stalin, che «ci ha educati alla lealtà verso le persone» e «ci ha ispirati alla fatica e all'eroismo». L'opera proiettò immediatamente Mikhalkov nell'olimpo dei grandi poeti russi, assicurandogli larga fama e prestigiosi riconoscimenti. Dopo la morte di Stalin, avvenuta nel 1953, l'inno cominciò a essere suonato senza il testo, ma il prestigio del poeta non fu per questo intaccato. La fama di Mikhalkov è stata poi consolidata da una serie di libri per bambini, sceneggiature cinematografiche e opere teatrali di un certo successo. A lui si deve anche l'adattamento di diversi classici della letteratura russa ed europea - tra cui «Il principe e il povero» di Mark Twain - realizzato sempre secondo i dettami ideologici della regnante dittatura comunista. A causa del suo asservimento al potere politico, molti critici hanno messo in dubbio il reale valore letterario delle sue opere, che sembrano rientrare in un preciso programma di propaganda politica.
Il poeta, tuttavia, ha sempre respinto le accuse di sudditanza al potere, rivendicando anche in tempi recenti la sua unica e immutabile fedeltà allo stato. L'inno di Mikhalkov, abolito in seguito al crollo dell'Unione Sovietica nel 1991, è stato ripristinato nel 2000 dall'allora presidente Vladimir Putin e modificato in alcune sue parti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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