da Milano
Se ne parlava da anni e in nemmeno un mese loperazione è stata portata a termine. La famiglia Agnelli ha dato il benestare alla semplificazione della struttura del gruppo attraverso la fusione della holding Ifil in Ifi. La nuova società, focalizzata sugli investimenti, si chiamerà per ora Ifi Post Fusione. A guidarla saranno John Elkann, in qualità di presidente, e Carlo SantAlbano nel ruolo di amministratore delegato. Non è escluso che una volta definiti tutti i dettagli, per la holding sia trovata una nuova denominazione. Ieri i cda di Ifi e Ifil hanno approvato le linee guida delloperazione.
Laccomandita Giovanni Agnelli e C. Sapaz deterrà il 59,2% del capitale ordinario della società post fusione, che partirà a inizio 2009, il 45,2% del capitale votante (ordinarie più privilegiate) e il 43,5% del capitale sociale. Liniziativa, come si legge nel comunicato, «consentirà di ottimizzare lattuale struttura del gruppo, definendo uno schema più semplice e più chiaro, a beneficio di tutti gli azionisti in linea con levoluzione normativa e di mercato, senza intaccare la capacità di investimento». I rapporti di cambio approvati ieri dai cda sono i seguenti: unazione Ifil ordinaria per 0,265 nuove azioni Ifi ordinarie e unazione Ifil risparmio per 0,265 nuove azioni Ifi risparmio. Ieri entrambi i titoli sono stati sospesi dalla quotazione in vista delle novità comunicate in serata, mentre gli occhi sono rimasti puntati su Fiat che ha chiuso a 10,69 euro, in crescita del 3,2% dopo avere toccato quota 11 euro tra scambi brillanti per oltre 53,6 milioni di pezzi, pari al 4,8% del capitale.
La struttura delloperazione, spiegano Ifi e Ifil, si basa sullutilizzo di due metodologie di valutazione: il Nav (Net asset value, cioè il valore netto degli asset) e i prezzi di Borsa delle due società, criteri che insieme al rapporto di cambio stabilito saranno illustrati «compiutamente e con dettaglio» nelle relazioni dei cda alle rispettive assemblee straordinarie.
Nel dettaglio, per quanto riguarda i prezzi di mercato, si è fatto riferimento alle quotazioni dei titoli Ifil ordinarie e Ifi privilegiate nei sei mesi antecedenti il 25 agosto scorso. «Il progetto di fusione - continua la nota - prevederà che siano quotate tutte le categorie di azioni (risparmio, privilegiate e ordinarie); sarà quindi richiesta lammissione a quotazione dei titoli ordinari e di risparmio della società incorporante».
Ad accelerare la definizione della ristrutturazione del gruppo Agnelli è stato un recente evento inatteso, la decisione del fondo Amber di mettere sul mercato il pacchetto di Ifi privilegiate, che laccomandita ha scelto di acquistare. E così il 25 agosto la Giovanni Agnelli e C. Sapaz ha annunciato, per la prima volta, di avere in corso una valutazione sulla possibilità di accorciare la catena di controllo, mettendo anche fine alle ricorrenti speculazioni che il mercato regolarmente alimentava sul possibile «taglio» allinterno della galassia. Da quel momento, infatti, era solo questione di tempo.
La modalità di «accorciamento» scelta non era lunica, ma è la sola che permette di mantenere tutte le risorse in cassa a disposizione degli investimenti in quanto non richiede alcun acquisto di azioni.
Altro vantaggio è laumento della liquidità delle azioni: il capitale votante flottante sale al 55%, mentre finora quello Ifil era pari al 24,5% del totale e quello Ifi al 38,9 per cento.
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