Dopo 2 mesi il Comune si sveglia: salvi glicine e Museo

Modifica del progetto per evitare il taglio. I comitati lo chiedevano già dal 3 aprile. Meglio tardi che mai...

Dopo 2 mesi il Comune si sveglia: salvi glicine e Museo
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Meglio tardi che mai. Ci sono voluti due mesi di proteste, oltre 52mila firme raccolte on line (la petizione era partita addirittura lo scorso 3 aprile) e la mobilitazione dei vip, da Fabio Volo a Giovanni Storti, per convincere il Comune ad attivarsi e trovare una soluzione per salvare il glicine di piazza Baiamonti. Alla fine, sembra persino più semplice e meno costosa del previsto. Si farà il Museo nazionale della Resistenza e non sarà necessario tagliare il glicine simbolo del quartiere e con oltre 70 anni di storia. Salvi subito almeno 2 tigli, per altri due e un bagolare ci sono valutazioni in corso con i progettisti, lo studio Herzog e De Meuron, ma c'è «cauto ottimismo».

Il sindaco Beppe Sala che solo una settimana fa poneva un ultimatum - o il Museo o il glicine - ieri mattina ha incontrato l'associazione Giardini in Transito che ha promosso il referendum e Vivisarpi per presentare la soluzione: «Il glicine va potato per consentire i lavori ma è una pianta che si sviluppa velocemente, in un paio d'anni sarà come prima. Salveremo sicuramente due tigli e bisogna ancora lavorare sugli altri. É una soluzione di compromesso. Mi sembra che l'atteggiamento al tavolo fosse decisamente positivo, aspetto nel pomeriggio una conferma. Non ci saranno costi eccessivi n+ ritardi nei lavori».

Gli assessori Elena Grandi e Giancarlo Tancredi precisano che l'area sarà consegnata oggi all'impresa e partiranno di fatto i cantieri, il Museo aprirà a inizio 2026, prima delle Olimpiadi. L'area aperta prevedeva già 5 platani e nuovi alberi all'esterno e «il glicine sarà inglobato al progetto, un pezzo importante che accoglierà i visitatori, si troverà il modo di farlo arrampicare nella maniera giusta». L'edificio, la «mini-piramide» di vetro, non cambia. Ringraziamenti a progettisti e sovrintendenza per la soluzione condivisa. Per il circolo dei combattenti invece «si vedrà, l'area era posticcia», il presidente non ha partecipato al tavolo e continua la protesta. Soddisfatti comitati e Anpi. I primi sottolineano che con la petizione hanno portato all'attenzione «un problema che era stato trascurato».

Per il presidente nazionale Anpi Gianfranco Pagliarulo e il provinciale Roberto Cenati «è la conferma che antifascismo e ambientalismo sono due facce della stessa medaglia del progresso civile e culturale». Il capogruppo di Europa Verde che per due mesi ha attaccato Sala e chiesto una «semplice modifica del progetto» ora canta «vittoria. Bastava veramente poco. Noi e il buonsenso abbiamo vinto».

Tra i primi a battagliare, dal 3 aprile, anche il consigliere e assessore regionale di Forza Italia Gianluca Comazzi: «Finalmente anche Sala si è ravveduto e i milanesi potranno continuare a godere di questo magnifico simbolo dal valore storico e culturale inestimabile. Spiace che il Comune si sia accorto ora della sua importanza». Riccardo Truppo (FdI) è «felice per il glicine» e «scontento per i modi di questa sinistra snob e arbitraria. Ieri non c'erano alternative, oggi Sala si sveglia col piede giusto e decide che basta tagliare qualche ramo». Il sindaco non incassa: «Sorrido un po' nel vedere dai Verdi a Fi festeggiare per il glicine che è stato salvato però me ne sono fatto una ragione. Viviamo in un mondo bizzarro in cui ormai in tantissimi commentano ma in pochi fanno le cose». In questo caso, la soluzione (i «fatti») arriva a scoppio ritardato.

Sarà ancora in presidio oggi alle 11 il comitato Baiamonti Verde Comune: «No lla perdita del verde comune, no a nuove edificazioni».

Chiara Campo

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