Via al Salone del Mobile di Shanghai

Presentato ufficialmente alla community locale degli architetti, designer e dealer

Antonio Risolo

Inizia il conto alla rovescia per la prima edizione del Salone del Mobile «cinese».

«Abbiamo presentato il Salone del Mobile di Milano a Shanghai, di fronte a una platea di oltre 400 persone tra architetti, designer, dealer cinesi delle aziende italiane e giornalisti». Così Roberto Snaidero, presidente di Federlegno Arredo Eventi al termine della sua ennesima missione.

Dal 19 al 21 novembre prossimi (allo Shanghai Exhibition Centre), infatti, è in programma la prima rassegna del Salone del Mobile di Milano in terra cinese.

«Ma - aggiunge Snaidero - abbiamo presentato anche Italian Lifestyle - food compreso - nel corso di una seconda serata alla quale hanno presenziato il sottosegretario allo Sviluppo economico, Ivan Scalfarotto, l'ambasciatore Ettore Sequi e circa 300 ospiti. Insomma una vera e propria preview della rassegna di novembre. L'accoglienza e l'interesse per la nostra iniziativa - ha concluso Roberto Snaidero - conferma la bontà delle nostre scelte e della nostra visione del percorso di internazionalizzazione».

Nel corso dei due eventi sono state presentate anche le 55 aziende italiane che esporrano al Salone del Mobile di Shanghai, tutti brand top di gamma dell'arredamento.

Il sottosegretario Ivan Scalfarotto, infine, ha illustrato ai presenti che cosa rappresenta nel suo complesso il made in Italy nel mondo.

Intanto alcuni dati. Nel secondo semestre l'export italiano in Cina è cresciuto del 22% sull'intera filiera e del 23% sul Macrosistema Arredamento: Imbottiti (+55%), Area living (43,5%), Camere (+106%). Bene anche Sistema Bagno (+12,6%) e ufficio (+31%).

Questi numeri giustificano una serie di incontri B2B ad Hangzhou e Jiangsu organizzati da Federlegno Arredo Eventi e Ice-Agenzia dal 26 al 28 settembre. Saranno convolti professionisti sia del mondo retail (importatori, distributori, rivenditori) sia architetti, interior designers e real estate developers.

La Cina è la seconda economia mondiale in termini di Pil a prezzi correnti (10.983 miliardi di dollari), dietro gli Usa, ma è prima assoluta per Pil a parità di potere d'acquisto (19.392 miliardi di dollari). Nel 2015 la crescita reale è stata del 6,9%, in rallentamento rispetto al 7,3% registrato nel 2014.

Il Fondo Monetario Internazionale prevede un ulteriore rallentamento sia nel 2016 (6,5%) sia 2017 (6,2%). La crescita economica sta decelerando. Segno che i tentativi da parte del governo di diminuire il credito e gli investimenti per ribilanciare la crescita verso i consumi interni sta ottenendo gli effetti sperati.

Tuttavia, secondo il FMI, la durata del periodo di transizione ossia l'aumento della spesa dei consumatori che possa sostituire gli effetti degli investimenti sulla crescita è molto difficile da prevedere.

Le Autorità continueranno a implementare le riforme strutturali delineate nel 2013 dal Terzo Plenum e ribadite recentemente nelle linee guida in occasione del XII Piano quinquennale (2016-2020) pubblicate in autunno secondo le quali l'azione di sostegno della politica monetaria e fiscale continuerà ad essere rivolta

verso i «nuovi settori» e i consumi, permettendo una crescita più bassa ma sostenibile che non dovrebbe scendere al di sotto del 6,5%, per permettere di raggiungere l'obiettivo di raddoppiare il Pil nel 2020 rispetto al 2010.

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