L'acido folico è una vitamina idrosolubile del gruppo B, appartenente al gruppo chimico dei folati e scoperta nel 1931-1943 dall'americano Mitchell.
È importante la distinzione tra la vitamina idrosolubile e i folati. Questi ultimi sono composti naturalmente esistenti in natura. L'acido folico, diversamente, è una molecola di sintesi presente nei supplementi vitaminici e negli alimenti arricchiti con queste vitamine. Il termine "folico" deriva dal latino"folium", ovvero foglia, poiché è stato inizialmente individuato nelle verdure a foglia verde.
L'uomo non è in grado di produrre i folati e si rivela, dunque, indispensabile la loro assunzione con la dieta. Il fabbisogno di acido folico, inoltre, aumenta durante la dolce attesa e per la precisione è pari a 400 microgrammi al giorno. Le donne che programmano una gravidanza ne devono assumere almeno 0,4 mg al giorno, da un mese prima del concepimento e per tutto il primo trimestre.
A cosa serve l'acido folico e perché è importante durante la gravidanza?
L'acido folico è essenziale per la vita e, insieme alla vitamina B12 con la quale condivide numerose funzioni, è stato scoperto solo di recente. Molti sono i suoi compiti. Partecipa innanzitutto alla sintesi di molecole importanti come il DNA, l'RNA e le proteine, rivelandosi così fondamentale per tutte quelle cellule dell'organismo che vanno incontro a processi di differenziazione e a rapida proliferazione. Il suo contributo è, altresì, necessario per la produzione di emoglobina e per il buon funzionamento del sistema nervoso. Una metanalisi ha riportato che l'integrazione pluriennale di folati in quantità superiore a mille microgrammi al giorno ha ridotto del 4% il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari.
L'assunzione di acido folico nelle donne è importante per la qualità e la maturazione degli ovociti, per l'impianto, la placentazione, la crescita fetale e lo sviluppo degli organi. Fin dai primissimi stadi della gravidanza, il feto diviene un grande consumatore di folati. Ciò a causa degli ingenti processi di proliferazione e di differenziazione cellulare. Ad aumentarne il fabbisogno in dolce attesa contribuisce anche l'incremento dell'eritropoiesi materna, ovvero il processo di formazione dei globuli rossi.
Acido folico, il ruolo nell'alimentazione
L'acido folico è presente in particolar modo negli alimenti di origine vegetale. Abbonda negli ortaggi a foglia verde, nei carciofi, nelle rape, nei cereali specie se integrali, nei legumi. È presente anche nel tuorlo d'uovo, nel fegato, nel lievito di birra e in alcuni frutti come le fragole e i kiwi. Durante l'assorbimento, che avviene a livello intestinale, provitamine e vitameri vengono ridotti nella loro forma più semplice. In un secondo momento il fegato la attiva e la trasforma in acido folico, per poi distribuirlo ai vari tessuti o per depositarlo come riserva.
Essendo questa vitamina molto sensibile al calore e alla luce del sole, il calore lo distrugge per il 50-95%, è consigliato evitare o ridurre al minimo la cottura, soprattutto ad alte temperature o per lungo tempo. Tuttavia in gravidanza il consumo di cibi crudi può essere un rischio per Toxoplasma, Norovirus, virus dell'epatite A e Listeria monocytogenes. In tal caso, è doveroso non solo lavare bene frutta e verdura spazzolandone la buccia sotto acqua corrente, quando il prodotto lo permette, ma anche svolgere un'accurata disinfezione chimica per mezzo di disinfettanti a base di cloro e/o ammonio.
Infine, nonostante la ricchezza di acido folico e ferro, in dolce attesa si sconsiglia il consumo smodato di fegato. Ciò perché quest'organo è una specie di "filtro", deputato alla metabolizzazione di sostanze tossiche che tendono ad accumularsi al suo interno. Inoltre esso contiene livelli altissimi di vitamina A che, se in eccesso, esercita un effetto tossico sul feto, dando origine spesso a gravi malformazioni.
Carenza di acido folico e rischi per il nascituro
Le prime fasi di gestazione sono molto delicate e una carenza di acido folico aumenta il rischio di malformazioni neonatali, in particolare di quelle a carico del tubo neurale (DTN). Con questo termine si indica un gruppo eterogeneo di malformazioni, tutte caratterizzate da una chiusura anomala della struttura da cui origina il sistema nervoso centrale, durante la quarta settimana di sviluppo embrionale. Nel 50% dei casi si verifica una condizione non compatibile con la vita nota come anaencefalia. Nel 40% dei casi, invece, si diagnostica la cosiddetta spina bifida.
Si tratta di una malformazione a carico della colonna vertebrale caratterizzata dalla fuoriuscita di meningi o del midollo spinale da una fessura del rachide, denominata schisi, a causa di uno sviluppo incompleto di alcune vertebre. Gravi sono le conseguenze per il bambino: perdita della mobilità degli arti inferiori, difficoltà o incapacità di controllare gli sfinteri, complicazioni neurologiche e urologiche.
Molti piccoli, affetti da spina bifida, presentano difficoltà
relazionali, scarsa autostima e problematiche psicologiche in genere. Un apporto insufficiente di acido folico può, altresì, comportare difetti cardiovascolari congeniti, del tratto urinario e labiopalatoschisi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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