Additivi alimentari: cosa sono e a cosa servono?

A fare il punto sull'eventuale tossicità di queste sostanze è stata l'Anses francese (Agenzia nazionale per la sicurezza sanitaria) e il mensile dei consumatori QueChoisir

Additivi alimentari: cosa sono e a cosa servono?

Come dice il nome stesso, gli additivi alimentari sono delle sostanze che vengono aggiunte agli alimenti per fini tecnologici, nella fase di produzione, trasformazione, preparazione, trattamento, imballaggio e trasporto. A seconda dello scopo per cui sono utilizzati, ne esistono diversi tipi. Tuttavia i principali sono:

- Coloranti: forniscono all'alimento una colorazione uniforme o diversa da quella naturale;

- Conservanti: il loro impiego consente di allungare il periodo di conservazione, di conseguenza il cibo resta commestibile più a lungo;

- Addensanti, stabilizzanti ed emulsionanti: migliorano l'aspetto, la consistenza e la stabilità degli alimenti;

- Antiossidanti e correttori di acidità: preservano la freschezza dei cibi;

- Esaltatori di sapidità: migliorano il gusto;

- Dolcificanti: rendono l'alimento più dolce.

A seguito dell'evoluzione tecnologica, negli ultimi decenni, l'uso degli additivi alimentari si è ampiamente esteso. Tuttavia l'impiego degli stessi trova origini in tempi remoti. In epoca pre-industriale esistevano vari metodi di conservazione degli alimenti. Si pensi, ad esempio, alla salatura delle carni e del pesce, all'aggiunta di succo di limone a frutta e verdura per evitarne l'imbrunimento. E ancora all'utilizzo di aceto nella preparazione di conserve vegetali e alla solfitazione dei mosti e dei vini. Essi possono essere facilmente individuati sull'etichetta poiché indicati da un codice. Per la precisione si tratta della lettera E seguita da un numero di identificazione. Spesso ci si interroga sulla tossicità di queste sostanze. A fare la differenza, come sempre, è la quantità. Gli additivi sintetici usati nei prodotti industriali, ad esempio, possono essere consumati entro una certa soglia indicata dall'Unione Europea. A tal proposito l'Ue ha individuato per ognuno di essi la Dga, ovvero la dose giornaliera ammissibile. In caso di abuso si può incorrere in sintomi come allergie, emicrania, problemi intestinali ed iperattività.

Tuttavia a fare il punto sulla pericolosità degli additivi alimentari è stata in Francia l'Anses (Agenzia nazionale per la sicurezza sanitaria) e il mensile dei consumatori QueChoisir. Dall'indagine è emerso che vi è un calo nell'uso delle sostanze più utilizzate tra il 2008 e il 2018. Eppure la situazione non appare così limpida come è stata delineata. Infatti, attualmente, ben il 78% dei prodotti sul mercato contiene questi ingredienti e il 47% ne ha almeno 3. Solo 4 additivi hanno subito un minimo aumento nell'impiego, ma si tratta di sostanze classificate come verdi, ossia accettabili: carotenoidi, carbonati di sodio, pectine e antociani.

I prodotti peggiori che contengono gli additivi sono quelli di gastronomia freschi, i gelati, i sorbetti, i dolci e i dessert surgelati. Essi sono altresì presenti nei cibi destinati ai bambini. Il 28% di questi, ad esempio, è ricco di amidi modificati.

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