Matteo Cusumano
Anche nelle famiglie più numerose, ogni membro è diverso dall'altro. In botanica, non sfugge alla regola neanche il genere delle Aloeaceae, piante perenni succulente la cui specie più nota è l'Aloe Vera, molto coltivata per trarne sostanze utilizzate nell'industria farmaceutica e cosmetica. Allo stesso genere appartiene anche l'Aloe Arborescens, una pianta con foglie succulenti, fiori grandi dai colori molto vivaci che sbocciano in inverno, che può raggiungere le dimensioni di un albero (da cui il nome), molto apprezzata dai giardinieri, ma - come vedremo - non solo da loro. Anche questo tipo di aloe - più rara da trovare ma che, una volta cresciuta, ha una straordinaria capacità di sopravvivenza - mette a disposizione dell'uomo un'ampia gamma di composti preziosi per la salute.
Per Ottavia Ghignone, una signora del Torinese che coltivava piante nella sua azienda agricola e le vendeva con molto successo nei mercati, l'Aloe Arborescens è stata una fortunata scoperta negli anni '80. «Mia madre - racconta il naturopata Gianfranco Lanza - si era recata in Brasile e, poiché in quel momento stava soffrendo di varici, ha incontrato persone che l'hanno fatta stare molto meglio con l'estratto di questa pianta. Avendo provato direttamente i benefici dell'Aloe Arborescens, ha quindi deciso di iniziare a importare in Italia queste piante e, applicando i metodi di Padre Romano Zago, produrre artigianalmente bottiglie di succo e tinture a base di Aloe Arborescens».
L'attività cambia radicalmente negli anni Duemila quando il figlio Gianfranco termina gli studi di naturopatia. Parte il progetto Associazione Aloe Superiore: il termine superiore, come in altri tipi di produzioni agroalimentari, indica l'utilizzo di processi di selezioni delle materie prime e lavorazioni in grado di moltiplicare le virtù di un prodotto iniziale. «Oggi - sottolinea Lanza - non importiamo più le piante di Aloe Arborescens dal Brasile, abbiamo una nostra coltivazione e inviamo le piante a laboratori che ne ricavano il succo attraverso processi di spremitura a freddo e decorticazione a mano. Chiariamo anche che non si tratta di prodotti commerciali economici. Per usare un termine di marketing, sono di nicchia. E preferiamo venderli presso la nostra sede, a Pecetto Torinese, dove offriamo la possibilità di fare un colloquio naturopatico. Poi è possibile anche acquistarli dietro ordini telefonici o online». Torniamo all'aspetto terapeutico. «Innanzitutto - premette il naturopata - va chiarito che noi non proponiamo l'Aloe Arborescens Superiore come se fosse un medicinale, perché non lo è. Si tratta di un rimedio fitoterapico, classificato come integratore alimentare, che può essere usato prima, durante e dopo una terapia con farmaci allopatici». Le patologie sono svariate, e possono interessare - solo per citare alcuni aspetti - la pelle, l'apparato circolatorio, l'apparato gastro-intestinale (incluso il fegato), il sistema nervoso, l'apparato urinario, l'apparato muscolare, le articolazioni, gli stati di affaticamento e così via.
Nonostante l'esaltazione delle proprietà salutari (soprattutto antinfiammatorie, gastroprotettive e depurative) della pianta originaria, «l'Aloe Arborescens Superiore - sottolinea Lanza - va utilizzata sempre in modo complementare alle terapie stabilite dai medici. Non ci si può attendere un effetto bacchetta magica dal consumo di una sola bottiglia. I benefici non si ottengono nell'immediato come con un farmaco allopatico, ma nemmeno nel lunghissimo periodo come con i rimedi omeopatici: va prevista durata media di assunzione».
Un'ultima caratteristica.
«I nostri processi di lavorazione - spiega il naturopata - ci permettono di eliminare l'aloina, un composto lassativo che può causare effetti collaterali negativi, soprattutto in cui soffre di colon irritabile e gastriti». Un'ulteriore testimonianza dell'attenzione di Aloe Ghignone alla salvaguardia della salute dei clienti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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