L’aspirina può causare problemi se utilizzata in maniera prolungata per prevenire l’infarto in età avanzata.
Ne parla uno studio condotto dal King's College di Londra, pubblicato sul Journal of American Medical Association, che rovescia la consuetudine della somministrazione del farmaco a scopo di prevenzione, anche per decenni: questo per via del suo carattere anticoagulante, utile contro infarti e ictus.
Lo studio, che include dati di 160.000 persone, attesta però come molte persone sane di mezza età utilizzino l'aspirina anche senza reale necessità, sviluppando così un grave rischio di emorragia interna - un rischio del 43%, mentre la possibilità di infarto o ictus si riduce solo dell’11% per le stesse persone sane. In altro parole, l’aspirina non può essere considerata una prevenzione primaria per chi non presenta sintomi di malattie cardiache.
"Questo studio - commenta Sean Zheng, il principale autore della ricerca - dimostra che non esistono prove sufficienti per raccomandare l'uso dell'aspirina di routine nella prevenzione di infarti, ictus e decessi cardiovascolari in persone senza malattie cardiovascolari". A questo si aggiunge che, di fronte ai pazienti affetti da diabete - per cui l’aspirina viene prescritta come prevenzione contro attacchi di cuore e colpi apoplettici - il rischio di sanguinamento è comunque alto, il 30%.
"C'è una maggiore incertezza su ciò che dovrebbe essere fatto nei pazienti a più alto rischio di malattie cardiovascolari e nei pazienti con diabete -
aggiunge Zheng - Questo studio mostra che, mentre gli eventi cardiovascolari possono essere ridotti in questi pazienti, i benefici sono accompagnati da un aumento del rischio di eventi di sanguinamento maggiore”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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