L'Ue corre per il vaccino: "Stanziati 18 milioni per averlo in autunno"

Il presidente della commissione Ue si è detta ottimista circa l'arrivo sul mercato entro autunno del vaccino contro il coronavirus: "Stanziati 18 milioni di Euro per la ricerca"

L'Ue corre per il vaccino: "Stanziati 18 milioni per averlo in autunno"

In questi giorni spesso è stato ripetuto che, per un vaccino contro il Covid-19, occorre ancora aspettare: molte le sperimentazioni in corso, molti i test che in tutte le parti del mondo sono stati presi in considerazione, ma per un vaccino da immettere sul mercato i tempi dovrebbero ancora essere molto lunghi.

Ma nelle scorse ore c’è chi si è sbilanciato, dicendosi fiducioso in tempi ancora più rapidi. È il caso del presidente della commissione Ue, Ursula Von Der Leyen, la quale nell’annunciare uno stanziamento di diciotto milioni di Euro per la ricerca, ha dichiarato che forse il vaccino contro il nuovo coronavirus potrebbe arrivare a breve.

Addirittura già in autunno, secondo il capo dell’esecutivo Ue: “Ieri ho parlato con un manager di un'azienda europea – ha dichiarato Ursula Von Der Leyen – dove stanno lavorano su una tecnologia innovativa per sviluppare un vaccino sul coronavirus”.

Nel suo discorso, tenuto in un messaggio video lanciato nelle scorse ore, più che ad un auspicio sembra essere stato lasciato spazio ad un positivo presagio: “L'Ue contribuirà fino a 18 milioni – ha infatti proseguito il numero uno della commissione – e spero che con questi fondi ce potremo avere il vaccino sul mercato forse prima dell'autunno. In questo modo potremo salvare vite in Europa e nel resto del mondo”.

La questione relativa al vaccino contro il Covid-19 appare molto delicata in un contesto, come quello attuale, caratterizzato oramai da una pandemia. Il problema relativo al nuovo virus sviluppatosi nella città cinese di Wuhan, consiste proprio nel fatto che esso deriva dal mondo animale ed il suo rapido sviluppo nella trasmissione da uomo a uomo non ha ancora lasciato il tempo ad una cura contro di esso.

I primi casi di contagio sono stati accertati tra novembre e dicembre, a gennaio il virus ha iniziato a propagarsi già nel resto del mondo ed il timore principale da subito è stato rappresentato proprio dalla mancanza di un vaccino. Gli anticorpi umani non hanno “memoria” del nuovo virus, da qui i timori per la salute dei contagiati e l’aggressività di alcune forme di malattia manifestate dall’infezione causata dalla trasmissione del morbo.

La rincorsa al vaccino è comunque già iniziata da tempo.

Dall’Australia agli Stati Uniti, passando per la stessa Cina e per Israele, oltre che per il vecchio continente, laboratori di tutto il mondo sono all’opera da settimane per arrivare quanto prima a cure e vaccini in grado di debellare o comunque ridimensionare l’epidemia.

Occorrerà però ancora aspettare: come detto, anche se le dichiarazioni di Ursula Von Der Leyen lasciano spazio all’ottimismo, è anche vero che in questi casi i tempi previsti spesso vanno oltre un minimo di 10 mesi.

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