Così il tumore alle ovaie si cela al sistema immunitario

La scoperta dei ricercatori di Helsinki apre la strada a terapie immunologiche di precisione e personalizzate che, in futuro, potranno sconfiggere il cancro ovarico

Così il tumore alle ovaie si cela al sistema immunitario

Il tumore alle ovaie è la quinta neoplasia più diffusa tra il sesso femminile dopo il cancro al seno, all'utero, all'intestino e al polmone. Esso è l'esito di un serie di mutazioni genetiche che interessano il DNA delle cellule e le cui cause sono ancora poco chiare. Esistono, però, fattori di rischio tra cui: un numero elevato di ovulazioni, il sovrappeso, l'obesità, l'endometriosi, la predisposizione familiare, l'età superiore ai cinquant'anni e la terapia ormonale sostitutiva. Il tumore alle ovaie è subdolo poiché non dà sintomi nelle fasi iniziali. Tuttavia è bene prestare attenzione ad alcune manifestazioni, sopratutto se le stesse si protraggono nel tempo: meteorismo, addome gonfio, frequente bisogno di urinare, dolore pelvico, stanchezza e perdita di appetito.

Una neoplasia può svilupparsi e progredire solo quando le cellule impazzite sono in grado di celarsi al sistema immunitario. Negli ultimi anni sono state messe a punto immunoterapie promettenti che aumentano le difese immunitarie; però nel caso del tumore alle ovaie la loro efficacia si è rivelata modesta. Ciò è dovuto principalmente al fatto che i meccanismi con cui le cellule cancerose eludono il sistema immunitario sono sconosciuti. Ora gli scienziati dell'Università di Helsinki, con uno studio pubblicato su "Nature Communications", hanno scoperto come queste cellule interagiscono con il sistema immunitario.

Utilizzando una nuova tecnologia di imaging, i ricercatori hanno caratterizzato più di 110mila cellule da campioni clinici di neoplasie ovariche. Successivamente essi hanno studiato come le caratteristiche genetiche del tumore alle ovaie modellano il sistema immunitario e come il cancro e le cellule immunitarie dialogano fra loro. Il team è giunto alla conclusione che le cellule tumorali si nascondono in modi differenti, a seconda della specifica mutazione del gene. Il sistema immunitario è più efficiente contro le forme cancerose con una mutazione nei geni BRCA1/2. Al contrario, i tumori privi di tali mutazioni hanno una barriera del tessuto connettivo che impedisce l'interazione tra la neoplasia e le cellule immunitarie.

Le mutazioni BRCA1/2 si verificano in circa il 20% dei carcinomi sierosi scarsamente differenziati, ovvero la forma più comune di tumore alle ovaie.

Secondo gli scienziati, una migliore comprensione della modalità con cui i geni tumorali ingannano il sistema immunitario potrà facilitare la messa a punto di strategie più efficaci per attivare le difese immunitarie del corpo. I risultati dello studio aprono la strada a terapie immunologiche di precisione e personalizzate. Ci sono, dunque, buone speranze che il cancro ovarico possa in futuro essere sconfitto.

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