La sua incidenza in Italia e nel mondo è elevata. Ogni anno, nel nostro Paese, colpisce più di 200mila individui. L'80% sono nuovi episodi, il restante 20%, invece, ricadute. Esso rappresenta, inoltre, la terza causa di morte dopo le cardiopatie e il cancro. L'ictus, noto anche come colpo apoplettico, è una condizione patologica grave che si verifica quando i rifornimenti di sangue al cervello sono ridotti o si interrompono completamente. Ne consegue che, in assenza di tale apporto sanguigno, il tessuto cerebrale va incontro a morte per carenza di ossigeno e di nutrimenti. I soggetti più a rischio sono gli anziani, soprattutto uomini. Non è infatti un caso se il 75% delle diagnosi interessa persone con un'età superiore ai 65 anni. Il rimanente 25% coinvolge giovani e anche bambini.Spesso la sede di insorgenza dell'ictus non è il cervello, ma il cuore o i vasi arteriosi. Quasi sempre, infatti, l'ostacolo al flusso ematico responsabile del colpo apoplettico è determinato dalla presenza di un coagulo o di un suo frammento staccatosi dall'arteria in cui si è formato, oppure dalla rottura di una parete arteriosa.
Numerosi sono i fattori di rischio associati alla comparsa del disturbo. Essi possono distinguersi in fattori di rischio potenzialmente trattabili e in fattori di rischio non trattabili. Della prima categoria fanno parte l'ipertensione cronica, il fumo di sigaretta, il consumo di droghe (cocaina e metamfetamine), l'eccesso di alcol, l'obesità, il sovrappeso. Ancora il diabete, la sedentarietà, le malattie cardiovascolari e l'uso della pillola anticoncezionale. Fanno parte della seconda categoria: l'età superiore ai 55-60 anni, il sesso, l'etnia, la familiarità e una storia pregressa di preeclampsia. I sintomi dell'ictus variano a seconda dell'area del cervello colpita. Più esso è grave ed esteso, più le conseguenze possono essere drammatiche. I segni clinici maggiormente comuni includono: paralisi e intorpidimento della faccia o degli arti, visione annebbiata, difficoltà a camminare, a parlare e a comprendere, vertigini.
Alcuni medici degli Stati Uniti hanno lanciato l'allarme. Il Coronavirus sta causando ictus in pazienti giovani, con un'età inferiore ai 50 anni. L'ipotesi che il Covid-19 possa determinare una particolare coagulazione del sangue è stata avanzata dal dottor Thomas Oxley, neurochirurgo del Mount Sinai Health System di New York. In un articolo pubblicato sulla rivista scientifica MedScape, Oxley e i suoi colleghi hanno riportato i casi di di cinque individui colpiti da colpo apoplettico in un periodo di due settimane. Un'incidenza, dunque, sette volte superiore rispetto alla media. In più i pazienti, tutti con meno di 50 anni, presentavano sintomi lievi di infezione da Coronavirus o nessuna manifestazione.
Il virus sembrerebbe causare un aumento della coagulazione nelle grandi arterie, con conseguente ictus grave. Al momento i medici statunitensi, che prendono con le pinze questi dati, si limitano a intervenire tempestivamente per recuperare il coagulo ostruttivo. Trattamento, questo, da eseguirsi entro 6 e talvolta 24 ore.
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