Sonno e memoria sono due concetti che apparentemente non hanno nulla in comune ma, se ci si riflette bene, uno è strettamente collegato all'altro. Oramai è risaputo che per dormire bene, sentirsi riposati e in forma occorrono circa 8 ore di sonno a notte; più ore togliamo al nostro riposo e più la nostra memoria ne risente. La memoria viene percepita come un segnale del graduale decadimento fisico e psichico.
Non a caso, durante l'infanzia il corpo richiede automaticamente la giusta quantità di sonno e allo stesso tempo attiva il processo di memorizzazione degli stimoli che vengono dall'esterno; i bambini, infatti, assorbono come delle spugne ogni tipo di ricordo e lo conservano. Nel processo di memorizzazione le informazioni ricevute vengono immagazzinate in aree specifiche del cervello e rimangono lì in attesa di essere riprese ogniqualvolta ce ne sia il bisogno.
Il riposo notturno, dunque, è estremamente importante proprio perché durante la notte si consolidano i ricordi e si migliorano; non dormendo a sufficienza si creano interruzioni tra le connessioni neuronali e questo genera ricordi sbiaditi o addirittura falsati.
La mancanza di sonno è fonte di amnesie che si verificano durante le ore successive di veglia. Con la vecchiaia, poi, le ore concesse al riposo diminuiscono e la memoria inizia a vacillare innescando un lento decadimento fisiologico. Ciò non deve affatto essere fonte di preoccupazione o causa di stress, ma è un processo normale che interessa solo quell'aspetto del nostro cervello.
Se però questi disturbi della memoria sono sempre più frequenti, bisogna correre subito ai ripari affinché si arresti o si rallenti il decadimento cognitivo. Quest'ultimo, infatti, può portare a sviluppare la cosiddetta sindrome di Alzheimer o altro tipo di demenza.
Non esistono vere e proprie cure per le amnesie; l'unica raccomandazione proveniente dai medici è quella di allenare il cervello, fare attenzione allo stile di vita in modo tale che sia accompagnato da una dieta bilanciata che tenga sotto controllo alcuni fattori, quali il peso associato ai valori della glicemia, del colesterolo e all'ipertensione. Bisogna precisare come proprio gli zuccheri siano importanti per il cervello e una loro mancanza può provocare conseguentemente la perdita di memoria.
In tutto ciò giocano un ruolo fondamentale le ore che destiniamo al sonno e, dunque, al riposo psico-fisico. Il nostro corpo può essere pensato come una macchina perfetta che si autoregola. Infatti, basta pensare che quando si avverte la stanchezza il corpo ha bisogno di dormire.
Discorso diverso quando il sonno è indotto artificialmente attraverso l'assunzione di farmaci o a seguito di situazioni particolari come il coma.
In questi casi i processi di memorizzazione ed elaborazione si arrestano e, infatti, il paziente non è in grado di ricordare nulla di ciò che è accaduto durante il riposo indotto. Quando, invece, si ha una riduzione delle capacità mnemoniche per un periodo prolungato è opportuno rivolgersi a uno specialista per individuare le cause.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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