Ossiuri o vermi intestinali, i sintomi per riconoscerli

Ad esserne più colpiti sono i bambini a causa dell'immaturità dei sistemi di difesa immunitaria e della loro tendenza a trascurare le abitudini igienico-sanitarie

Ossiuri o vermi intestinali,  i sintomi per riconoscerli

Secondo uno studio statunitense condotto dal Center of Disease Control, il suo tasso di incidenza è pari all'11,4%. Più frequente nei bambini (soprattutto se vivono in ambienti affollati, in comunità scolastiche numerose e in condizioni di scarsa igiene) il disturbo è diffuso in tutto il mondo, ma per la precisione rappresenta il tipo di elmintiasi più comune in Paesi come l'Italia, la Danimarca, la Svezia e il Regno Unito. Noti anche con il nome di "vermi dei bimbi", gli ossiuri sono elminti Nematodi scientificamente conosciuti come Enterobius vermicularis. Si tratta, dunque, di vermi intestinali visibili ad occhio nudo, di forma cilindrica e allungata e di colore biancastro che causano una parassitosi da elminti, con conseguenti problematiche di tipo gastro-intestinale.

Nella maggior parte dei casi l'infestazione da ossiuri, che è contagiosa e si trasmette da uomo a uomo, si contrae per ingestione di uova embrionate. Esse possono giungere alla bocca attraverso il cibo o le mani che in precendenza sono entrate in contatto con quelle di persone infette o con oggetti contaminati. Non è rara la trasmissione per inalazione. La sopravvivenza degli elminti sulle superfici è garantita dall'umidità dell'ambiente. Diversamente il caldo e il freddo non sono tollerati. Nel primo caso i vermi riescono a vivere per un paio di giorni, mentre, nel secondo caso per poco più di 18 ore. Fattori di rischio degli ossiuri includono la giovane età, il prendersi cura di qualcuno affetto dal disturbo, il sovraffollamento e le scarse abitudini igienico-sanitarie.

Tranne in un terzo dei casi in cui non danno manifestazione alcuna, l'infestazione da ossiuri è riconoscibile per via di alcuni sintomi tipici: frequente e intenso prurito anale e perianale soprattutto di notte, insonnia e sonno inquieto, presenza di vermi nelle feci o nelle pliche anali, eruzioni cutanee e dolore in sede anale e perianale. Il prurito è l'esito dello spostamento degli esemplari femmine all'interno dell'intestino allo scopo di deporre le uova. Il paziente è così indotto a grattarsi, ma tale atto comporta il trasferimento delle uova sotto le unghie e genera lesioni cutanee da cui possono originare dermatiti o follicoliti. Altri segni clinici comprendono: calo del peso corporeo, perdita di appetito, irritabilità, enuresi e instabilità emotiva.

Solitamente gli ossiuri, non compiendo importanti spostamenti, restano tra l'intestino crasso, il retto e la zona anale. Tuttavia nelle donne può accadere che essi, una volta fuoriusciti dall'ano per deporre le uova, si trasferiscano nei pressi della vulva. Da qui, introducendosi nella vagina, invadono l'uretra e persino l'utero, le tube di Falloppio, le ovaie e la cavità peritoneale.

Quando ciò avviene, i vermi sono responsabili di vulvovaginite (infiammazione di vulva e vagina) e/o di disturbi simili a quelli delle infezioni urinarie. La terapia si basa sulla somministrazione di farmaci quali pirantel pamoato, mebendazolo e albendazolo.

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