In italiano si potrebbe tradurre come "generatore di ritmo": stiamo parlando del pacemaker, ovvero un dispositivo elettronico, dalle dimensioni simili a quelle di una moneta da due euro, che consente di controllare le anomalie del ritmo cardiaco.
Inventato nel 1960 dall'ingegnere statunitense Wilson Greatbatch, viene posizionato nel torace dei pazienti il cui cuore batte troppo lentamente, velocemente o in maniera irregolare. Il ritmo cardiaco origina dal cosiddetto nodo seno atriale, situato a livello dell'atrio destro del cuore.
Il suo compito è quello di regolare la frequenza di contrazione del miocardio. In condizioni normali, il ritmo sinusale si attesta sui 60-100 battiti al minuto e il mantenimento dello stesso è essenziale per assicurare una corretta irrorazione del sangue ai vari organi del corpo. Tuttavia, quando si assiste ad una sua alterazione, si verifica un'aritmia cardiaca che si traduce in una serie di sintomi fisici, quali svenimento, confusione mentale, fiato corto, senso di fatica e malessere generale.
Come funziona il pacemaker?
Il pacemaker, un dispositivo a batteria, è composto da un generatore computerizzato di impulsi e da uno o più elettrocateteri. Gli stimoli dai quali dipende la regolazione del battito cardiaco sono emessi proprio dal generatore computerizzato. Gli elettrocateteri, piccoli cavi metallici, invece, conducono al cuore i segnali elettrici prodotti dal generatore. Quest'ultimo, nel momento in cui si verifica un'alterazione del ritmo cardiaco, emette subito un segnale elettrico al cuore e ne ripristina il normale battito.
Il pacemaker, che a seconda dell'aritmia riscontrata può avere la funzione di stimolatore continuo o a richiesta, possiede altresì un sistema sensoriale in grado di modificare e di regolare il battito cardiaco quando un soggetto è impegnato in un'attività fisica. In base al numero di elettrocateteri e al punto in cui questi si collegano al cuore, il dispositivo può essere monocamerale, bicamerale o biventricolare.
Pacemaker, è sicuro l'uso dei fitness tracker?
I campi magnetici che si formano in prossimità di determinati dispositivi ad alimentazione elettrica o dotati di magneti sono in grado di alterare il normale funzionamento del pacemaker. Partendo da questo dato di fatto, ci si è sovente interrogati sulla possibile interferenza tra il dispositivo cardiaco impiantabile e i fitness tracker. Questi ultimi sono degli strumenti che, indossati al polso, offrono un supporto costante all'attività sportiva. Monitorano, ad esempio, la frequenza cardiaca, i chilometri percorsi e le calorie bruciate.
Ad indagare sul rapporto controverso fra i dispositivi è stato uno studio apparso su Heart Rythm Case Reports che ha preso in analisi un caso clinico con protagonista una donna di 55 anni affetta da tachicardia ventricolare alla quale era stato consigliato di evitare un intenso esercizio fisico per ridurre il rischio aritmico. La stessa aveva poi acquistato un fitness tracker che, spesso, indossava durante il riposo notturno.
Una notte la paziente era stata svegliata da diversi segnali acustici emessi dal suo pacemaker, la cui successiva interrogazione non aveva mostrato allarmi o parametri anormali. Ulteriori indagini avevano poi riscontrato che il dispositivo era ritornato alla modalità magnete a causa dell'interferenza magnetica del cinturino del fitness tracker. I ricercatori sono così giunti alla conclusione che tale strumento potrebbe disattivare il pacemaker, se tenuto a distanze non superiori a 2-2,4 centimetri.
Pacemaker e smartphone, un rapporto controverso
La regola dei campi magnetici e della loro possibile capacità di alterare il funzionamento del pacemaker, oltre che per i fitness tracker, vale anche per gli smartphone. A maggior ragione ora che Apple, mediante un avviso pubblicato sulla sua pagina di supporto, ha segnalato agli gli utenti che gli iPhone contengono magneti e radio in grado di interferire con i dispositivi cardiaci impiantabili. In particolare nelle versioni iPhone 12 sono presenti più magneti rispetto ai modelli precedenti.
A mettere in guardia dalle possibili conseguenze è stata un'indagine, pubblicata sempre su Heart Rythm Case Reports, che ha sottolineato il pericolo di una serie circolare di magneti disposti attorno a una bobina di ricarica centrale per consentire al telefono di essere compatibile con il caricabatterie wireless "MagSafe".
Avvicinando più volte l'iPhone al pacemaker installato sulla zona sinistra del torace di un paziente, è stata rilevata la sospensione delle attività di quest'ultimo per tutta la durata del test.Pacemaker e smartphone, le regole per una buona convivenza
Nei soggetti con pacemaker l'uso dello smartphone non è vietato. È però importante rispettare alcune semplici regole che possono salvaguardare il corretto funzionamento del dispositivo:
- tenere lo smartphone lontano almeno 15 centimetri dalla sede di impianto del pacemaker (30 cm in fase di carica a induzione) e non riporlo in nessun caso nel taschino della giacca o della camicia;
- usare l'auricolare durante le telefonate;
- in mancanza di auricolare, chiacchierare con l'orecchio opposto al lato dove è impiantato il pacemaker;
- limitarsi a conversazioni brevi;
- non utilizzare lo smartphone in auto.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.