Originaria dell'Europa meridionale, la salvia è un piccolo arbusto sempreverde appartenente alla famiglia delle Lamiaceae, la stessa della menta e del timo. Il nome deriva dal latino"salvus", ovvero "salvare", "sicuro", "sano": infatti la salvia è nota sin dall'antichità per le sue proprietà benefiche.
Questa pianta, che in Italia cresce spontanea nelle zone centro-meridionali e nelle isole e che, invece, viene coltivata in pianura e nella fascia collinare submontana, può essere alta anche più di un metro ed è caratterizzata da foglie opposte ovali-lanceolate, ricoperte di peluria e spesso rugose. Utile contro i disturbi digestivi e per contrastare l'eccessiva sudorazione, la salvia possiede numerose virtù. Scopriamole insieme.
Salvia, un po' di storia
Romani e Greci, nell'antichità, credevano che la salvia fosse una pianta sacra e pertanto la raccoglievano seguendo un particolare rituale che non prevedeva l'uso di oggetti di ferro. Chi si dedicava a tale operazione indossava una tunica bianca; i piedi, invece, erano scalzi e ben lavati. All'arbusto, inoltre, venivano riconosciuti benefici antisettici, digestivi, calmanti e conservativi. I suoi infusi, ad esempio, erano utilizzati per combattere la sudorazione eccessiva o per curare l'esaurimento nervoso. Se strofinate fresche sui denti, le foglie li rendevano più bianchi oppure disinfettavano le ferite. Con le stesse, poi, si ricoprivano gli alimenti al fine di garantire una protezione dai batteri.
Nel Medioevo la salvia era considerata una vera e propria panacea. Le foglie, cotte nel vino, potevano essere usate come potenti afrodisiaci maschili, per accrescere la fertilità delle donne e per proteggere le gravidanze. Inoltre, all'epoca, la pianta iniziò ad essere impiegata come condimento. Il valore della stessa venne avvalorato, altresì, dallo scritto della Scuola Medica Salernitana così intitolato: "Perché dovrebbe morire l'uomo nel cui giardino cresce la salvia?".
Tante, infine, sono le leggende che la vedono protagonista. In Francia ad esempio, intorno al Seicento, si produceva il cosiddetto "aceto dei quattro ladroni" che proteggeva dalle malattie infettive come la peste. Si narra che questo aceto fosse il rimedio usato, appunto, dai quattro ladroni per evitare il contagio nelle case degli infetti morti o moribondi. Essi, durante i loro saccheggi, si bagnavano i polsi e le tempie con un macerato a base di salvia, lavanda, timo e rosmarino.
Le virtù della salvia
Ricche di acidi fenolici, di flavonoidi e di un olio essenziale contenente cineolo e borneolo, le foglie della salvia possono essere utilizzate per contrastare i tipici disturbi femminili. I flavonoidi, grazie alla loro azione estrogenica, sono utili per combattere la sindrome premestruale e le problematiche della menopausa, in particolar modo le vampate di calore. L'olio essenziale, inoltre, stimola il sistema ormonale, ed è dunque indicato in caso di amenorrea, ovvero una condizione in cui le mestruazioni sono assenti.
L'acido carnosico e i triterpeni di questa pianta le conferiscono proprietà antinfiammatorie e diuretiche. I preparati a base di salvia, quindi, si rivelano efficaci contro il mal di testa, gli edemi, la ritenzione idrica e i reumatismi. Dalle virtù antisettiche e balsamiche, essa trova poi impiego nella cura delle malattie dell'apparato respiratorio, dunque in caso di catarro, mal di gola, raffreddore, tosse e febbre. Non meno nota è la sua attività ipoglicemizzante. Un infuso, sorseggiato a stomaco vuoto, può influire sul tasso di glicemia riducendolo.
L'azione antispasmodica della salvia è efficace nel trattamento di disturbi dell'apparato gastrointestinale, quali colon irritabile, difficoltà digestive e in caso di perdita dell'appetito. Da non dimenticare la sua capacità di lenire i dolori mestruali. Ultima, ma non meno importante, è sua la proprietà antisudorifera. La salvia in polvere, da assumere prima dei pasti, è in grado di tenere a bada l'ipersudorazione.
Salvia, effetti collaterali e controindicazioni
L'assunzione della salvia, il cui consumo interagisce negativamente con alcuni farmaci (anticoagulanti orali, antiaggreganti piastrinici, ipoglicemizzanti, sedativi) non è consigliata in gravidanza, in caso di accertata allergia o ipersensibilità alla stessa e nei pazienti affetti da epilessia.
L'olio essenziale, se usato per un lungo periodo di tempo o se impiegato in dosi eccessive, può dar luogo a malesseri vari che generalmente si manifestano con sintomi ben precisi. Tra questi vampate di calore, vertigini, tachicardia, convulsioni.
In particolare, quantità elevate potrebbero rivelarsi pericolose per soggetti diabetici, con problemi di pressione, affetti da patologie sensibili agli ormoni e per tutti coloro che hanno subito da poco un intervento chirurgico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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