Un batterio nelle zanzare: la rivoluzione nella cura della dengue

L'importante traguardo è stato raggiunto dai ricercatori della Monash University di Melbourne in collaborazione con i colleghi indonesiani di Yogyakarta

Un batterio nelle zanzare: la rivoluzione nella cura della dengue

Endemica in 110 Paesi, infetta dai 50 ai 100 milioni di soggetti ogni anno con una mortalità dell'1-5% qualora non adeguatamente trattata. La febbre dengue è una malattia infettiva tropicale causata dal virus Dengue. Dello stesso esistono cinque sierotipi differenti. La malattia viene trasmessa da zanzare del genere Aedes, in particolar modo la specie Aedes aegypti. Le origini del termine non sono note, tuttavia secondo una delle teorie più accreditate esso deriverebbe dalla frase in lingua swahili "Ka-dinga pepo" che descrive una patologia causata da uno spirito maligno. Il primo caso mai documentato probabilmente risale all'enciclopedia medica cinese realizzata durante la Dinastia Jin e fa riferimento a un "veleno acquoso" associato a insetti volanti. L'epidemia di cui si hanno effettive conoscenze è quella che tra il 1779 e il 1780 colpì l'Africa, l'America Settentrionale e gran parte dell'Asia.

Responsabile della febbre dengue è un virus a RNA appartenente alla famiglia delle Flaviviridae che, utilizzando vettori ematofagi e ospiti vertebrati, permane in natura soprattutto nelle foreste del Sud-est asiatico e dell'Africa. Quando la zanzara punge un essere umano, il virus penetra nella cute insieme alla saliva dell'insetto. Una volta all'interno esso si lega ai leucociti (cellule di Langerhans, monociti, macrofagi) vi si annida e si riproduce. Nelle infezioni gravi la replicazione virale aumenta in maniera abnorme e avviene anche in organi quali il fegato e il midollo osseo. Il virus circola nel sangue della persona infetta per 2-7 giorni. In questo arco di tempo la zanzara può prelevarlo e trasmetterlo ad altri individui. Pur non verificandosi un contagio diretto tra gli uomini, questi sono i principali veicoli della malattia.

Nell'80% dei casi la febbre dengue non dà manifestazioni oppure, se presenti, esse sono lievi. Sintomi tipici a esordio improvviso includono rialzo termico, cefalea retroculare, esantema, mialgia, artralgia. La febbre, spesso elevata, è associata a dolore generalizzato e dura tipicamente dai 2 ai 7 giorni. I bambini presentano segni clinici più sfumati, simili a quelli del raffreddore comune e della gastroenterite. Alquanto rare (0,5-6%), le complicanze sono più frequenti nei soggetti affetti da malattie croniche quali il diabete mellito e l'asma bronchiale e danno luogo a encefalite virale, insufficienza epatica, miocardite, mielite trasversa e sindrome di Guillain-Barré.

Dopo aver trascorso tre anni a infettare zanzare locali con un batterio di cui è nota la capacità di prevenire la trasmissione del virus dalle zanzare agli umani, i ricercatori della Monash University di Melbourne (in collaborazione con colleghi indonesiani di Yogyakarta in Giava centrale), pensano di aver scoperto il segreto per eradicare la febbre dengue. Per la sperimentazione è stata scelta Yogyakarta poiché è una delle città più grandi colpite dal problema. Al progetto hanno preso parte 24 aree cittadine, 12 aree a caso e 8000 partecipanti di età compresa fra i 3 e i 45 anni.

Come spiega Cameron Simmons, direttore del World Mosquito Program, il batterio usato nei test (Wolbachia) priva il virus di nutrimento fino a sopprimerlo. I primi maggiori risultati mostrano che l'incidenza della febbre dengue in zone in cui sono stati rilasciati gli insetti si è ridotta del 77%.

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