È un disturbo legato all'età. Si verifica, infatti, con maggiore frequenza nei soggetti con più di sessant'anni. Inoltre le manifestazioni sono tipiche dei mesi invernali e presentano un andamento circadiano, ovvero il picco di incidenza si osserva nelle ore mattutine. La tachicardia ventricolare è un'aritmia cardiaca (una delle più riscontrate e pericolose nei pazienti affetti da problematiche di cuore) caratterizzata da un aumento della frequenza cardiaca dei ventricoli. Essa insorge quando l'impulso di contrazione del cuore, che nasce nel nodo seno atriale, subisce una modificazione. La normale contrazione del ventricolo è responsabile della gittata cardiaca, cioè l'azione di pompaggio del sangue in circolo verso i polmoni e i tessuti del corpo. Quando questo ritmo si altera, la gittata risulta insufficiente. Di conseguenza gli organi non sono più irrorati a dovere e il cuore perde ulteriormente l'efficacia contrattile.
Assieme alle cardiopatie, sono gli squilibri elettrolitici le cause del disturbo. Le prime includono coronopatie, valvulopatie (insufficienza mitralica) e cardiomiopatie di natura reumatica. Una piccola percentuale di casi di tachicardia ventricolare è legata a cardiopatie di tipo congenito, tra cui sindrome di Brugada e sindrome di Wolff-Parkinson-White. La contrazione del muscolo cardiaco è l'esito dei movimenti degli ioni (potassio, magnesio, calcio, sodio) presenti nelle cellule dello stesso. Può capitare che questo equilibrio venga alterato. I principali squilibri ionici/elettrolitici includono: ipokaliemia, ipocalcemia e ipomagnesiemia. Esistono, poi, fattori di rischio in grado di favorire la comparsa della malattia: assunzione di farmaci (antidepressivi triciclici), fumo di sigaretta, abuso di caffeina, alcol e cocaina. Ancora traumi al torace, intossicazione da gas (ciclopropano, monossido di carbonio), stress fisico ed emotivo.
I sintomi della tachicardia ventricolare sono facilmente riconoscibili: cardiopalmo, fiato corto, dispnea, sincope, vertigini e dolore toracico. Nella maggior parte dei pazienti queste manifestazioni si associano ad una cardiopatia ischemica che compromette il flusso di sangue. In base alla gravità del disturbo, il medico può inoltre riscontrare i seguenti segni clinici: ansia, polso accellerato, ipotensione, perdita di coscienza e agitazione. Soprattutto in persone affette da patologie cardiache, non è raro che la tachicardia ventricolare degeneri in fibrillazione ventricolare. Si tratta, questo, di un evento che ha decorso fatale e che determina la morte del soggetto per arresto cardiaco.
Due sono gli obiettivi del trattamento: risolvere la problematica cardiaca di base e secondariamente quella aritmica. In caso di numerosi episodi tachicardici, la terapia si basa sulla cardioversione farmacologica (antiaritmici, beta-bloccanti) e sulla cardioversione elettrica (defibrillazione).
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