La velocità di battitura sulla tastiera predice il Parkinson

La diagnosi precoce del Parkinson, come di molte altre malattie, è fondamentale. Una nuova ricerca indica come questa malattia possa essere individuata precocemente grazie alla velocità con cui si digita sulla tastiera di un pc

La velocità di battitura sulla tastiera predice il Parkinson

Il morbo di Parkinson è una malattia che colpisce milioni di persone in tutto il mondo e, come per ogni altro problema di salute, la diagnosi precoce è fondamentale. Una nuova ricerca si è mossa proprio in questa direzione; è stato scoperto, infatti, che la velocità con cui si digitano i tasti su una tastiera potrebbe essere indicativo nel rivelare i primi segni del Parkinson.

Il tempo impiegato da una persona per premere vari tasti può indicare se sono presenti tremori alle mani. Il suddetto tremore colpisce tre quarti circa dei malati e può comparire fino a sei anni prima dall'essere diagnosticato. Lo studio australiano ha confrontato la velocità di battitura tra persone con e senza disturbi del movimento, riuscendo a diagnosticare accuratamente il Parkinson nell'80% dei casi.

Secondo i ricercatori, in futuro questo aspetto potrà essere utilizzato sia dai medici generici che dagli stessi probabili pazienti per determinare la presenza del morbo.

Lo studio è stato condotto da studiosi della Charles Sturt University, nel Queensland, e sono state analizzate 76 persone, di cui 27 con Parkinson lieve e per questo senza la necessaria assunzione di farmaci. Quindici partecipanti hanno avuto tremori alle mani ma senza la comparsa del Parkinson.

In nove mesi è stato installato un programma sulle tastiere dei pc dei partecipanti per monitorare la velocità con cui hanno digitato i tasti. La velocità individuata è stata poi confrontata con la frequenza standard del tremore della mano di chi è affetto dal Parkinson, che è compresa tra 4 e 6 Hz. Dai risultati ottenuti si è riuscito a diagnosticare, dunque, un lieve Parkinson con una precisione dell'80%.

L'autore dello studio, Warwick Adams, anch'egli affetto dalla malattia, ha riferito al New Scientist: "Lo scopo finale è quello di sviluppare un test di screening ampiamente disponibile sia per i medici di base che per i singoli pazienti.

" Nonostante questa scoperta, i ricercatori del Centro Integrale di neuroscienza HM CINAC, in Spagna, sottolineano che i tremori sopraggiungono generalmente solo quando la mano è a riposo, e non quando è in movimento.

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