Roberto Scafuri
da Roma
Senatore Cesare Salvi, lei socialista alla Jospin, Prodi Zapatero alla modenese?
«Attenti a non cadere nel provincialismo. Però ho molto apprezzato le ultime prese di posizione sul ritiro dallIrak e sulle unioni di fatto. Temi che hanno corrispondenza nel vittorioso programma di Zapatero».
Avremo il nostro Zapatero.
«Zapatero o no, poco importa: Prodi fa bene a sostenere questi temi, perché rispondono a esigenze diffuse nella pubblica opinione».
Sulle unioni di fatto, in realtà, una proposta di legge cè in Parlamento e anche la Cdl sembrava interessata.
«Dovrebbe esserlo, perché si tratta di una questione di civiltà che non riguarda solo le coppie gay. Nessuno vuole toccare la famiglia e neppure si potrebbe: cè larticolo 29 della Costituzione. Dunque non è esattamente la legge di Zapatero in Spagna o quella californiana».
Voi e i cattolici siete lontani.
«Prodi è cattolico. La distinzione, categoria del passato».
Usano la morale cattolica per affermare moderatismo?
«Non è vera lequazione cattolici uguale moderati. In verità, vedo soprattutto Mastella scatenato: vedremo dove porteranno le sue acrobazie».
Forse sta preparando la scialuppa di salvataggio per Follini? Pensi alla tentazione di unUdc con le mani libere.
«Mani libere, seggi pochi».
Anche lei vede lineluttabile trionfo dellUnione?
«Prima di credere ai sondaggi trionfalistici è meglio stringere le fila, evitare rilassatezze, non farsi prendere dalla sindrome dei vincitori. Cè eccesso di scontri e polemiche intestine».
Il bello delle primarie.
«Le primarie sono una pratica da archiviare. Facciamole bene, presto e amen».
Non le ha mai digerite.
«Danno una spinta al presidenzialismo che non approvo. E sono lo strumento più costoso per trovare un leader. Nel caso nostro, poi, il leader lavevamo già».
Senza primarie mai si sarebbe candidato un Vendola che ora riceve complimenti persino da Berlusconi.
«Non vedo un Vendola in campo».
Bertinotti non ha voluto o potuto essere lunico candidato della sinistra radicale.
«Fausto ha fatto unaltra scelta».
Una Sinistra unita sarebbe un problema, per i Ds?
«Come in altri Paesi europei, costituirebbe una dialettica salutare. Uno stimolo critico per le socialdemocrazie, evita che ci si sieda...».
Lei conduce una battaglia contro gli sprechi pubblici, anche dei Ds. La questione morale incombe: il tedesco Lafontaine è criticato per il lusso.
«Cose diverse. Giusto che un uomo di sinistra abbia una coerenza con le idee, ma non vuol dire vivere da francescani».
Il leader tedesco orientale Gysi sostiene che «anche Marx se la godeva».
«Forse con la colf di Engels... Non mi pare che nuotasse nelloro».
Invece certe amministrazioni pubbliche...
«Quello è laltro grande problema: dobbiamo stare attenti agli sprechi istituzionali. Vanno cambiate le regole per impedire che si accresca la voragine tra partiti e opinione pubblica. Ci sono sintomi gravi. Piuttosto che occuparsi di risse intestine i partiti dovrebbero ritrovare il senso della misura. Abbiamo passato lestate a sentir parlare di banche, immobiliaristi...».
Vorticosi giri di denaro.
«Mi chiedo: ma che cosa producono questi signori? E di tutti questi milioni di euro, il fisco non prende niente? Esistono plusvalenze esentasse...».
Prodi si dice pronto a elevare la tassazione di certe rendite finanziarie.
«Fa bene, perché una cosa sono i Bot o i Cct dei pensionati e dei lavoratori, che non devono essere toccati, unaltra le operazioni speculative».
Prodi un superZapatero?
«Prodi farebbe bene ad andare avanti. Anche sulle questioni sociali, sulloccupazione e sulla precarizzazione del lavoro introdotta dalla legge 30».
Prodi estremista?
«No, sono temi che interessano alla gente. Tuttaltro che posizioni minoritarie».
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