Sanità Marrazzo dimentica di limare le spese extra

L’IMPEGNO Doveva contenere i costi dei cda delle società, ma non l’ha mai fatto

Nel patto di fine legislatura che Marrazzo ha stilato con i sindacati della funzione pubblica è stato dimenticato l’impegno alla razionalizzazione delle spese extra per il funzionamento della macchina regionale. Eppure sono passati almeno due anni da quando la giunta regionale del Lazio ha deciso di contenere le spese per i consigli di amministrazione delle 9 società partecipate dalla Regione.
Impegno eccellente, ma che è rimasto solo un proposito senza risultati apprezzabili. Già, perché ben poco o nulla è stato fatto. Tant’è che l’ammontare impegnato per le retribuzioni di quegli stessi consigli di amministrazione sforano il milione di euro: precisamente siamo arrivati a 1.334.728,23. È una grossa spesa, sulla quale spesso ha puntato l’indice la stessa opposizione, conteggiando anche i gettoni di presenza che vanno a prendere presidenti e consiglieri di amministrazione, visto che a ogni rendez-vous scatta un cachet tra gli 80 e i 130 euro. Ma allora che ne è rimasto della legge sul contenimento delle spese per i consigli d’amministrazione delle varie società e delle agenzie in house? Poco o nulla a parte la propaganda. Basta solo qualche numero per rendersene conto. La società Sviluppo Lazio (che si occupa di finanziamenti e incentivi per le imprese) costa l’anno 176mila euro per il consiglio di amministrazione, al presidente ne vanno 74mila. Per Bic Lazio (reti di sviluppo) si impegnano 60mila euro. Per la Filas (finanziaria regionale) 90mila e al presidente ne vanno 50. Per Litorale spa (sviluppo aree costiere) 70mila, al presidente ne spettano 40. Così anche alla società Risorse srl. Per Lazioservice si arriva a 215mila, mentre al presidente ne vanno ben 90. Copiosi i costi per la società di viabilità Astral (313.200 euro mentre al presidente ne vanno ben 142) e per quella di trasporti pubblici Cotral (altri 339.900 quando al presidente ne spettano 105). Tuttavia se Marrazzo e la sua maggioranza glissano sulla riduzione delle spese dal centrodestra non tarda ad arrivare il j’accuse. «Ho presentato numerose interrogazioni per puntare i riflettori sui costi impressionanti che Marrazzo e la sua giunta continuano a far sostenere ai cittadini per mantenere il clienterismo delle società regionali. Ancor più grave è il fatto che queste spese - chiosa il capogruppo alla Pisana di Fi-Pdl e vice coordinatore Pdl Lazio, Alfredo Pallone - negli ultimi anni siano addirittura lievitate, in maniera inversamente proporzionale rispetto agli utili prodotti e ai servizi alla collettività. Insomma il cittadino è costretto a pagare due volte: le retribuzioni dei manager pubblici che raggiungono cifre da capogiro, soprattutto se le paragoniamo alle incapacità che spesso dimostrano nell’amministrare; e, come se non bastasse, la copertura finanziaria di bilanci in rosso che la Regione, quale socio azionista, si trova ogni anno a dover ripianare con soldi pubblici. È un vero e proprio affronto in considerazione dei tanti proclami del presidente della Regione.

Se, come credo sia giusto, Marrazzo si fosse limitato a controllare le attività delle società pubbliche per far sì che funzionassero secondo le regole di meritocrazia, qualità ed efficienza, non ci ritroveremmo oggi con queste scatole cinesi nelle quali la sinistra ha permesso che proliferassero solo clientele e sperperi».

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