Una cartolina stonata da Santa Margherita Ligure. Il ristorantino fronte passeggiata, la torta di mele per dessert, poi il caffè con il mare negli occhi. Sono quegli istanti che fermi a mezz'aria, assoluti, finché il camion della spazzatura non ti si para davanti e la poesia finisce lì, stramazzata in un cartone che l'addetto caccia dentro. Fino al prossimo quarto di giro-piazza: stop, carico e via. Roberto, il titolare, capta e conferma col sorriso tirato: «È così tutti i giorni, 13.30-13.45, le persone a tavolino e lo spazzatura-tour. Tu ce la metti tutta e poi...» Farlo presente no? «Hai voglia se l'abbiamo segnalato al sindaco, ma l'appuntamento resta fisso». Ormai l'ira funesta è sublimata in cauta rassegnazione, che però rode da fare i buchi. Resta lì con le braccia conserte e punta il camion: «Poi non le dico la coda di gente che chiede di cambiare per pagare il parcheggio, 2.50 euro all'ora. E cosa fai, non glieli dai?» Tu fai sì con la testa e a lui si scioglie la lingua. Finché il caffè s'è bello che freddato, tu dici che fai la giornalista, quello che hai vicino ha sentito tutto e ci tiene a metterci del suo.
Che Santa sarà pure il glamour fatto città, ma si tiene stretta quell'anima da borgo che ribolle in fermento. Dove la gente s'incontra ancora e parla e s'interroga. Vuotano il sacco e Carlo che chiosa: «Se sindaco e collaboratori fossero il management di un'azienda privata e venissero valutati in base a obiettivi, economicità e qualità del servizi, credo sarebbero licenziati in tronco». Parlano di Renzo Piano che si mette a disposizione per una soluzione di porto sicuro e meno invasivo; che confida in uno sforzo congiunto dei soggetti chiamati a decidere sulle opere, ad oggi contestate da ambientalisti e associazioni di cittadini. Parlano della risposta del sindaco Claudio Marsano e borbottano, mezzo in dialetto e mezzo in italiano, casomai fossi foresta e non capissi, che «il nostro sindaco va avanti col progetto, che di soldi il Comune ha già spesi abbastanza, tra stesure e correzioni. Piano o non Piano». È un po' come guardare dal buco della serratura il ritratto di famiglia in un interno. E chi li ferma? Snocciolano il rosario degli interventi sulla graticola, l'operazione-silos di Via Favale, i box e ancora box dell'area Brissolese e via Buonincontri, («e qual è il vantaggio per Santa e la sua gente?») e la spinosa questione ospedale. Sparano cifre e calcano la mano, s'arrabbiano e fanno ipotesi. Ma chi tira adesso è il porto con l'architetto Piano «che s'è interessato in prima persona. Ma ci rendiamo conto? E cosa gli rispondono?» Eppure. Ti hanno fatto una capoccia tanta, mentre Santa, bella da stordire, resta sfondo-cartolina. Si sa che la gente a volte esagera, o non la dice tutta o la spaccia per buona. Meglio sentire in controcanto e dare una senso al botta e risposta. Telefoni al sindaco per fare la tara al raccolto del giorno e chiedi un appuntamento, prima possibile, che lo stand by dopo un po' puzza. «Ho da fare» è la sua risposta secca. «Ma di cosa vuole parlare?» corregge il tiro. Butti lì l'argomento silos e lui: «Non dico nulla perché c'è una gara in corso e potrebbe essere turbativa d'asta». Vabbé, ci sta, ma la storia del porto forse è più intrigante, e le domande che gli faresti, magari...«se vuole conoscere le mie risposte alla proposta di Piano se le legga sul Secolo XIX». Ops! Colpo basso. «...E comunque non posso riceverla prima di lunedì 24». E siamo solo al 15.
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