«Mal di Tar» a Santa Margherita Ligure. Lo gridano il Gruppo Albergatori, l'Ascom, il Gruppo Concessionari Balneari e gli Operatori Portuali, che in un manifesto controfirmato sbattono sui muri di Santa quella rabbia ed esasperazione esplosa dopo l'ultimo ricorso degli ambientalisti contro la realizzazione del depuratore. Un'opera attesa, già finanziata e appaltata, cantieri aperti e viabilità alternativa per consentire il procedere spedito delle operazioni. Stesso sito dell'impianto precedente, zona Covo di Nord di Est. L'opera finisce nel mirino degli ambientalisti che trasferiscono la documentazione al Tar. Arriva lo stop, pesante, in vista della sentenza attesa il 12 luglio. Tutto fermo, gli operatori scalpitano e non capiscono. Fino alla presa di posizione forte delle categorie «forti» di Santa: «Ogni qualvolta l'ente pubblico imposta lavori importanti per migliorare i servizi e la qualità di vita del cittadino, ecco che qualche associazione ricorre al Tar procurando grave danno, non solo in spese legali ma anche in ritardi all'esecuzione delle opere con ulteriori costi, a tutta la comunità». È l'incipit del manifesto-accusa di chi sul valore aggiunto di Santa vive. «Tutte le attività commerciali sono contro questo uso selvaggio del ricorso al Tar - insiste Stefano Zerbi, presidente Albergatori - Sarebbe corretto se ci fossero i presupposti, ma gli ambientalisti sono intervenuti per errori di forma e tempistica del progetto del depuratore. E' assurdo per un'opera di questo tipo, alla luce anche di quello che succede a Genova e si è appena verificato a Camogli. Per l'associazione Verdi mettersi contro è una contraddizione».
Stessa linea Gianfranco Cabella, rappresentante Operatori Portuali: «Strano che basti l'opposizione di pochi a fermare un'opera vitale per tutti. Questo nostra presa di posizione fondamentalmente è un atto dimostrativo». L'ultimo step di una catena - ricorsi che ha bloccato anche il progetto di sistemazione del porto. Gli ambientalisti sostenevano il danno ambientale, ma il Tribunale aveva accolto il ricorso per un vizio procedurale di gestione della pratica: la mancata pubblicità di un variante. Tanto basta per archiviare momentaneamente il discorso in attesa dei successivi passaggi dell'amministrazione. «Intanto non abbiamo messo in sicurezza il porto e la città - incalza Claudio Papini, presidente Ascom - Non abbiamo creato gli attracchi per le imbarcazioni da 50 metri che trovano qui il sito più idoneo da Sanremo alla Spezia e soprattutto non abbiamo quei turisti che sbarcano e spendono. Sono tutte opportunità che stiamo buttando via».
Furiosi, non dimenticano la storia trentennale del parcheggio di Via Favale a ridosso del porto, «Santa ne aveva bisogna. Contestabile è invece il ticket di 2.50 euro l'ora in passeggiata per una convenzione stipulata con Coopsette da politici miopi - ci fa la coda Papini - E tutto ricade sulla pelle dei cittadini, tant'è che alcuni ristoratori si sono dotati di buoni parcheggio da fornire ai loro clienti».
Il discorso si gonfia, che in ballo c'è l'economia di una città. Ma il nodo cruciale resta il depuratore: «Ricorrere al Tar - recita ancora il manifesto - contro un'opera essenziale al lavoro quotidiano della città turistica e commerciale e alla sua immagine internazionale e alla salute di tutti, costituisce un atto inclassificabile, forse ideabile solo da chi ha l'unico scopo di farsi propaganda». E ancora: «Santa Margherita è stata la prima a dotarsene negli anni '70 ed oggi sarebbe ancora la prima ad averlo secondo le tecniche più avanzate».
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