«Alla Santa Rita non c’erano controlli sui camici bianchi»

Il nuovo presidente Luigi Colombo: «Chi voleva commettere reati aveva le mani libere»

Alla clinica Santa Rita non c’erano i controlli previsti dalla legge. Chi voleva commettere reati all’interno della casa di cura aveva le mani libere, perché mancava l’organismo competente a vigilare sull’operato dei dipendenti. Una verità venuta finalmente a galla, e che aiuta almeno in parte a spiegare perché nessuno si sia accorto prima di quanto stava accadendo nell’ospedale. A rivelarlo è Luigi Colombo, il nuovo presidente della struttura nominato giovedì scorso ed entrato nel pieno delle funzioni lunedì.
«Mancava il sistema che consente di controllare che non siano commessi reati all’interno della clinica - chiarisce l’avvocato -. Erano assenti l’organismo di vigilanza, i meccanismi, le regole interne e tutte le procedure previste dal decreto legislativo 231/2001, che disciplina la responsabilità amministrativa degli enti. La prima cosa che voglio fare come presidente è proprio individuare una società di consulenza di alto profilo per attivare i controlli che dovrebbero in realtà essere partiti già da parecchio tempo». Difficile capire perché chi comandava alla Santa Rita avesse deciso di ignorare quanto stabilito dalla legge 231. «Non ne ho idea - ammette Colombo -, quello che posso dire con certezza è che non è normale che quei controlli non avvenissero. Tutti quelli che lavorano a stretto contatto con la pubblica amministrazione, e dunque anche le cliniche private, dovrebbero avere una chiara consapevolezza dell’importanza di effettuare verifiche su quanto accade al loro interno. Non so se poi le ispezioni avvenissero in qualche altro modo. Comunque è un dato di fatto che non c’era una formale applicazione della legge». E dunque ora non c’è neppure la possibilità di provare che i controlli avvenissero davvero: tutt’al più lo si può credere sulla fiducia. Anche se la mancanza di sorveglianza non giustifica in nessun modo chi si è macchiato di reati. «Sarebbe come dire che siccome non c’è il vigile sono autorizzato a passare con il rosso», esemplifica il presidente. L’assenza dell’organo di vigilanza rischia però di fare sì che sulla Santa Rita adesso ricada la responsabilità amministrativa di quanto compiuto dai medici inquisiti. Per la legge 231 infatti «l’ente non risponde se prova che l'organo dirigente ha adottato e attuato modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire reati».
E tra i doveri delle società come la clinica c’è quello di stabilire specifici protocolli, individuare modalità di gestione delle risorse finanziarie per prevenire gli illeciti e prevedere l’esplicito obbligo di informare in modo costante l’organismo incaricato di vigilare. Doveri che finalmente, con il nuovo presidente, saranno rispettati. Anche se per rilanciare la clinica Colombo non potrà limitarsi a questo. «Innanzitutto dovrò capire come intervenire sulle professionalità per rispondere al meglio alle esigenze del territorio - rivela -. Le indagini della magistratura riguardano reparti specifici della clinica, e dunque bisognerà rivedere la struttura della casa di cura». E aggiunge l’avvocato: «Ho chiesto di conoscere la pianta organica del personale e spero che non si renda necessario ricorrere a tagli. Venerdì sono stato per la prima volta all’interno della clinica e ho incontrato numerosi lavoratori. La struttura è moderna e mi sembra in ordine, i macchinari sono eccellenti».


Anche se un punto interrogativo grava ancora sul futuro della Santa Rita: «Tutto dipenderà dalla decisione della Asl sui tempi e i modi di riattivazione del contratto. Sarà l’azienda sanitaria a dirci che cosa fare, non il contrario: sono un uomo delle istituzioni e spero di dimostrarlo».

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